La classifica degli alberi anti-smog

Altro che fido: sono le piante le migliori amiche dell’uomo. Per loro natura rendono vivibile l’ambiente fornendo ossigeno, assorbono l’anidride carbonica e combattono il calore grazie alle loro chiome. Alcune specie però sembra abbiano doti più spiccate di altre. L’Ibimet, ovvero l’Istituto di biometeorologia del Cnr di Bologna, sta compiendo infatti approfonditi studi sulla mitigazione del clima urbano attraverso l’utilizzo delle alberature in città. Da questi studi, ancora in corso, sta uscendo una classifica che individua alcune specie come i migliori “alberi anti-smog” che potrebbero aumentare la qualità dell’aria delle nostre inquinate città.

Secondo questa classifica, i campioni di assorbimento della tanto temuta CO2 nell’atmosfera sono tre: il tiglio selvatico (tilia cordata), il biancospino (crataegus monogyna) e il frassino (fraxinus ornus). Sicuramente si tratta di piante dalle mille virtù poiché hanno dalla loro anche altre preziose qualità: una grande chioma ombrosa per il tiglio, le belle bacche rosse per il biancospino, la resistenza a condizioni avverse per il frassino o orniello. Dalle ricerche dell’Ibimet è emerso anche un altro vincitore: l’imponente bagolaro (celtis australis), a cui va il premio come miglior lottatore contro le polveri sottili.

Ma c’è anche un insospettabile perdente in questa classifica: il meraviglioso liquidambar (liquidambar styraciflua, foto a fianco) che, indicano i dati della ricerca, non è ideale per le zone ad alto tasso di inquinamento a causa della sua bassa attività fotosintetica e della forte emissione di composti organici volatili. Dunque contro lo smog questo albero fa poco: in cambio però in autunno con il suo foliage multicolore rende stupendi i nostri giardini.

9 risposte a “La classifica degli alberi anti-smog

  1. Pero’ il tiglio in certi casi fa anche troppa ombra. Sotto puo’ essere buio pesto. Non lo metterei a ridosso a nord o est delle case o in viali stretti, perche’ puo’ rendere i primi piani veramente poco luminosi e meno salubri, con relativa necessita’ di illuminazione artificiale quando se ne potrebbe fare a meno.

  2. Pingback: La classifica degli alberi anti-smog

  3. che bello ..un altro articolo sugli alberi!!!
    personalmente penso che il Tiglio non dia questi gran problemi di “nemico della luce” in quanto perdendo le foglie lascia passare la luce nelle 2 stagioni in cui serve di più (autunno e inverno).
    Tra l’altro un Tiglio lasciato in forma naturale o potato in maniera corretta ha una chioma molta ariosa e che lascia passare molto la luce..
    quelli che vedete al lato dei nostri viali stra capitozzati con delle foglie grandi come padelle e delle chiome impenetrabili fatte di polloni ….non sono più Tigli!!!
    stefano

  4. Nella riqualificazione ambientale o più semplicemente nella piantumazione dei propri giardini, va posta particolare attenzione alla introduzione di essenze,sia erbacee che arboree, che possono causare fenomeni allergizzanti, talvolta anche gravi.Così, nentre per il tiglio di qualsiasi specie e per il biancospino ad impollinazione entomofila(imenotteri in genere),non esistono problemi,qualche disturbo lo potrebbe dare il frassino.Sia il fraxinus excelsior che il fraxinus ornus(orniello), appartenenti alla famiglia delle oleaceae,essendo piante ad impollinazione anemofila(che affidano al vento il proprio polline per la riproduzione in natura),potrebbero dare problemi a chi è allergico alla famiglia delle oleaceae,olivo in particolare.Va poi considerato che con questa famiglia ci possono essere delle cross-reattività con chi è già allergico alle graminaceae.
    In buona sostanza è da sconsigliare la piantumazione dei propri giardini con esemplari di frassino anche per evitare quelle che vengono definite allergie da vicinato,intendendo come tale non l’allergia al proprio vicino.
    Per quanto concerne invece il bagolaro(celtis australis),pur essendo questa pianta ad impollinazione anemofila, appartenente alla famiglia delle ulmaceae(olmi),ha un bassissimo impatto allergizzante e assai rari sono i fenomeni segnalati.Se proprio,proprio,si becca uno sfortunato, vorrà dire che durante la fioritura di questa pianta(solitamente quindici giorni tra marzo e aprile),girerà con la terapia sintomatica in tasca.Il giardino però è salvo.
    Piercarlo.

  5. E un vero peccato sentirsi ammorbati dall’aria del profumo del tiglio durante la fioritura. Con i fiori del tiglio le api producono un miele dolce, dorato e trasperente.
    I Greci tenevano in grande considerazione il tiglio per l’efficacia terapeutica della corteccia, delle foglie, dei rami giovani e soprattutto dei fiori ai quali, anche la medicina attuale riconosce proprietà calmanti.
    Dovrebbe essere apprezzato solo per le leggende mitologiche che lo circondano.Come quella nordica ad esempio.Infatti quando Sigfrido, il più grande degli eroi,s’immerse nel sangue del drago da lui ucciso,divenne invulnerabile.Nessuna arma avrebbe potuto trapassare il suo corpo salvo che in un punto,sul quale si era posata una foglia di tiglio.E naturalmente fu in quel punto dove fu colpito a morte.Viali di tigli abbelliscono da secoli le più importanti città europee.Il più suggestivo è quello più antico e solenne che a Cambridge conduce al Trinity College.Semprechè non l’abbiano segato ultimamente.In Italia esiste un esemplare unico:il Tiglio di Macugnaga piantato alla fine del XIII secolo.Oggi,vecchio,contorto e sofferente,troneggia nella piazza con i suoi 20 metri di altezza e 7 di circonferenza (tronco ).
    Poichè la pianta è attaccata da afidi che producono una secrezione appiccicosa(la melata),abbondante proprio durante il periodo di fioritura,l’unica cosa che non dobbiamo fare, è sostare sotto la sua ombra con tavoli e sedie da giardino in questo periodo.Solitamente a cavallo tra Maggio e Giugno a seconda delle condizioni meteoroclimatiche.
    Respiriamo quindi a pieni polmoni questo intenso profumo e non sentiamoci drogati se non dalla bellezza della maestosità di questa pianta.
    Dimenticavo:per chi volesse farne legna per il proprio caminetto,è un cattivo combustibile.Il suo legno brucia rapidamente e fornisce un carbone molto fine usato per la fabbricazione della cipria(opportunamente trattato)e del carboncino da disegno.Quindi…..meglio odorarlo.
    Piercarlo

  6. Pingback: Frassino : informations, photos, carte, vue satellite

  7. Ma se uno si ritrova una “magnolia grandiflora” alta 7 (sette) metri , in un giardino 20X25 metri che fa ? La abbatte per piantare un frassino ? Che potenziale ha una magnolia del genere per migliorare l’aria? Si accettano consigli, grazie .

Rispondi a stefano Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *