Biocarburanti copiando le rane

Una schiuma in grado di catturare l’energia ed eliminare l’anidride carbonica in eccesso. Grazie ad una particolare specie di rane semitropicali, i ricercatori dell’Università di Cincinnati (Usa), hanno creato un nuovo materiale artificiale fotosintetico che potrebbe rivelarsi utile per nuovi biocarburanti. Gli ingegneri dell’Università statunitense, da quanto si legge sulla rivista ‘Nano Letters’, hanno creato un nuovo materiale basandosi sulla fotosintesi applicata alla schiuma prodotta da una particolare rana semitropicale, chiamata Tungara (Engystomops pustulosus).

La rana Tungara fa i nidi per i suoi piccoli creando una schiuma bioresistente che protegge le uova fecondate da disidratazione, temperatura, patogeni e raggi del sole. I ricercatori americani spiegano che, copiandone i meccanismi, il nuovo materiale artificiale fotosintetico riesce ad intrappolare, dal sole, lo zucchero che, in un secondo momento, può essere convertito in etanolo o altri biocombustibili. “Questa nuova tecnologia prevede un modo economico per sfruttare la fisiologia dei sistemi viventi con la creazione di una nuova generazione di materiali funzionali, che integrano i processi propri della vita nella sua struttura” – ha affermato Dean Montemagno, co-autore dello studio – “In particolare, in questo lavoro, siamo riusciti a creare un nuovo percorso di raccolta di energia solare riutilizzabile sia per la produzione di petrolio sia per il cibo, integrando le funzionalità trovate nei organismi viventi nei sistemi che noi progettiamo di costruire”.

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