L’Amazzonia? Una foresta di… dighe

Un documento segreto dell’Agenzia brasiliana di energia elettrica (Aneel), pubblicato da un quotidiano di Manaus, rivela che il governo brasiliano ha pronti 144 progetti per costruire altrettante centrali idroelettriche in Amazzonia.

Si tratta in alcuni casi – secondo quanto riporta ‘A Critica’, il maggior quotidiano dell’Amazzonia – di impianti di grande capacita’, in altri centrali ”leggere” (sotto i 30 megawatt), distribuite negli stati amazzonici di Acre, Amazonas, Para’, Tocantins, Mato Grosso e Maranhao. Per alcuni di questi progetti non vengono affatto specificate ne’ portata ne’ potenza dei futuri impianti: il fatto che siano destinati pero’ a fiumi di grande flusso, come il Rio Madeira (largo vari chilometri in alcuni punti) e il Rio Jurua’, fa prevedere che non si tratta di centrali piccole.

”Il problema vero non sono le dimensioni, in realta’ – commenta sul giornale la sociologa e ambientalista Telma Monteiro, esperta nell’impatto delle idroelettriche sull’ambiente circostante – Stiamo parlando di centinaia di centrali in Amazzonia, dove qualsiasi interferenza sul corso dei fiumi provoca conseguenze ambientali massicce e immigrazione in zone che difficilmente sopportano un aumento della popolazione. Altro che energia pulita e a basso costo, come sostiene il governo”.

La pubblicazione del rapporto avviene in un momento difficile per il governo di Brasilia, bombardato dalle critiche per il progetto della megacentrale di Belo Monte sul Rio Xingu’. Se sara’ realizzata, Belo Monte avra’ una capacita’ di 11 mila megawatt (sarebbe la terza centrale al mondo), ma allaghera’ un territorio immenso di parco nazionale e di riserve indigene, e interrompera’ il corso di uno dei grandi fiumi piu’ preservati e puliti dell’Amazzonia.

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