Petra: in mezzo al deserto una città di acqua e fiori

Chi visita l’antichissima città di Petra in Giordania si stupisce per le sfumature rosse e rosa della pietra arenaria in cui la città è scolpita. Degli incredibili colori dell’alba e del tramonto sulle pareti e tra i canyon. Ma non è preparato a vedere fiori in mezzo al deserto. Eppure è proprio quello che gli antichi abitanti, i Nabatei, erano riusciti ad ottenere. E non parliamo solo degli stupendi cespugli di oleandri rosa che ancora oggi punteggiano il percorso verso “la città di pietra”. Grazie ad una grande perizia nell’arte idraulica e ingegneristica, questo popolo di nomadi, che aveva scelto quel sabbioso angolo tra le rocce a strapiombo come propria capitale, ha creato più di duemila anni fa una delle opere più particolari che si possano trovare nella storia del Medio-Oriente.

Dovendo nutrire un gran numero di persone, i Nabatei infatti non potevano certo dipendere solo da scorribande per illoro cibo: era necessario produrre cereali e verdure seminando e arando i campi. Ma in pieno deserto, come fare a coltivare con pochissima pioggia? E qui sta il miracolo: scavarono una complessa rete di canali all’interno delle altissime pareti di roccia che terminavano in numerose vasche di raccolta. Lì si conservava l’acqua piovana, che in questo modo, grazie ad una sapiente distribuzione dei canali, poteva abbeverare campi e persino giardini in pieno deserto. Questa tecnica è interessante ancora adesso: può infatti suggerire modalità con cui risparmiare e utilizzare l’acqua in modo proficuo, un tema di grande attualità in tempi di risparmio energetico e sfruttamento oculato delle risorse naturali.

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