Avete mai avuto orchidee suicide?

Quel giorno di settembre, quando il mio ragazzo si presentò con una splendida orchidea in mano, pensai che quella pianta aveva le stesse esigenze di una coppia. Affetto, cure amorevoli, e soprattutto tanta pazienza.
Passai il primo mese in estasi. Guardavo quello splendido fiore bianco con venature violacee. La innaffiavo, la concimavo, mi assicuravo che avesse abbastanza luce. Era vero amore.

E come tutti i veri amori durò il tempo di una stagione.

La mia orchidea, infatti, decise improvvisamente di sfiorire. Sopra la mia scrivania rossa svettavano solo due lunghi steli spogli.

Stavo facendo le pulizie quando il raptus omicida si impossessò di me.
Guardai quella che una volta era stata una bella pianta e corsi a metterla in balcone. Era gennaio, nebbia fitta e temperatura nettamente sotto lo zero. Vento e neve fecero il resto. Ben presto della mia orchidea rimase solo il vasetto di plastica azzurro.

Alcuni dicono si sia trattato di omicidio, altri di suicidio. Per me fu solo eutanasia.
Una cosa però è certa: non ho più ricevuto piante in regalo.
(Per chi fosse interessato: a differenza dell’orchidea, il mio ragazzo ed io siamo riusciti a sopravvivere all’inverno).

Anche voi avete acquistato piante con forti tendenze suicide?
Oppure sono morte di morte violenta?
Qualcuno di voi è riuscito anche a far seccare una pianta grassa?
Raccontatelo sul nostro blog!

Su Fiori&Foglie pubblico questo delizioso pezzo di Valentina Casciaroli per ricordarci che il nostro rapporto con le piante  non è sempre “rose e fiori”. Sicuramente Valentina non è l’unica ad aver sperimentato le famosissime “Orchidee suicide” (o anche le grasse, i cespugli, le margherite e tante tante altre amiche verdi…): e adesso tocca a voi: raccontateci i vostri più turpi delitti vegetali!

6 risposte a “Avete mai avuto orchidee suicide?

  1. Cara Valentina, parli di pollice nero. Mi sento chiamata in causa in prima persona.
    Io odio i fiori recisi.
    Non sopporto neppure l’odore. Mi ricordano il cimitero 🙂
    A casa mia non entra un mazzo di fiorni da anni.
    Il mio balcone sembra il deserto dei Tartari. Nonostante la mia incuria è riuscita a sopravvivere una rosa e una pianta di settembrino.
    Avevo messo in un vaso una pianta grassa piccolina. Incredibilmente si è moltiplicata da sola e, non so come abbia fatto, è riuscita pure a oltrepassare i confini e ad invadere gli altri vasi.
    Io do la colpa ai merli…
    Senza nessuna cura solo riusciti a sopravvivere al freddo inverno. Ma non so se riusciranno a superare anche la calda estate.
    Una pianta ha già pensato al suicidio: la primula è defunta.
    Ora mi rimane di verde solo il basilico… ma foglia foglia, sono certa, riuscirò a far fuori anche quello!
    Io non ho il pollice nero… ma tutta la mano! 🙂

  2. cara sig.Valentna la sua orchidea non è suicida ma lei la uccisa mettendola sul balcone
    in inverno.
    come tutte le piante fiorite ad un certo punto sfioriscono e naturale.
    se ne faccia regalare un’altra .
    segua le indicazioni che troverà su diversi siti web che trattano orchidee
    comunque quella orchidea si chiama (phalaeonopsis)
    un saluto TIZIANO

  3. Ciao Valentina,
    …simpatico racconto…davvero.
    Mi limiterò a parlare di orchidee. E’ fondamentale (e dico fondamentale) che l’orchidea acquistata sia di provenienza italiana (per cui chiedete sempre al vostro rivenditore di fiducia). In italia infatti le aziende produttrici adottano metodi di coltivazione che conciliano le necessità di meccanizzazione e standardizzazione con le naturali esigenze della pianta (soprattutto luce). Le orchidee di provenienza estera sono coltivate seguendo rigidi protocolli “industriali” con l’ausilio costante di lampade di assimilazione (simulano il sole all’interno delle serre). Ciò contribuisce a creare un prodotto “drogato”…perfetto all’interno delle serre, ma debole e con una ridotta shelf-life. Non meno importante l’impatto dovuto al trasporto (e non solo sulla pianta ma anche sull’ambiente!!!).
    I coltivatori italiani sono più “rustici”, producono piante belle e robuste. Con il giusto apparato radicale e fogliare (importantissimo per la durata della pianta. Comprereste mai una Lomousine con motore e meccanica di un tagliaerba???).
    Per il resto 3 rapidi consigli per prendersi cura delle orchidee in casa:
    1. Comprate un cash-pot con riseva d’acqua. Hanno uno spessore sul fondo per cui quando posizionate all’interno il vasetto dell’orchidea rimane uno spazio di 2-3 cm (a seconda del vaso). Esistono di vari tipi e materiali. Costo medio 2-3 €.
    2. Innaffiate la pianta dall’alto con abbondante acqua…sotto il rubinetto. Dopo 1-2 minuti controllate il livello di acqua nel cash pot. La riserva si sarà riempita. Rimuovete l’acqua in eccesso assicurandovi che il vaso di coltivazione non sia a contatto con ‘acqua. L’acqua nella riserva, evaporando, assicura il giusto apporto idrico alle radici tra un’innaffiatura e l’altra. Ripetere l’operazione 2 volte/settimana in primavera-estate e 1 volta/settimana in autunno-inverno.
    3. Posizionate la pianta dove c’è molta luce (non diretta!!!!)…il posto ideale è un davanzale vicino alla finestra. L’orchidea ha bisogno di caldo…ma anche di freddo (18 ° C). Assicuratevi quindi che non ci sia il termosifone sotto il davanzale.

  4. cara signora la sua pianta doveva essere già malata….perche se si fosse trattato di una semplice sfioritura che normalmente avviene in tutte le piante…la pianta sarebbe sopravvissuta almeno l’apparato fogliare e in seguito sarebbe rifiorita….io tengo alcune piante di orchidea Cimbidyum dendrobium cambria e phalenopsis nel mio balcone tutto l’anno protette solo dai raggi diretti del sole…sono ombreggiate naturalmente dalle fronde di un albero che sale dal giardino…..queste piante mi rifioriscono da anni puntualmente una volta l’anno senza particolari cure…solo amore acqua e raramente una zappettatura…quello che conta è STARE VICINO ALLE PIANTE…mostrarsi interessati all’evoluzione e somministrare l’acqua la mattina presto…come faccio io alle sei di mattina….:) la prossima pianta non DECIDA da subito che morirà….l’accudisca e vedrà che le darà molte soddisfazioni…. 🙂

  5. Carissima..la tua è stata proprio una gran crudeltà gratuita..quindi..permettimi il francesismo: sei proprio una stronza!..la tua povera orchidea è naturalmente sfiorita come fanno tutte le piante..e se tu la tenevi con te in casa..amandola come hai fatto quando aveva dei bei fiori..a primavera-estate ti avrebbe ringraziato con tanti bellissimi e coloratissimi fiori..ma immagino che tu non avessi tempo di aspettare tutto un inverno..probabilmente avevi cose più importanti da fare..tipo aspettare che ti si asciugasse lo smalto delle unghie..
    ..vista la tua pochezza mentale non ti sei neppure degnata di regalarla a un amica un filino più umana..
    ..e mi stupisco anche di questi commenti così “soft”..come la mettiamo se al posto della pianta ci fosse stato un cagnolino?!!..forse che una pianta è un essere meno vivo?..
    ..complimenti a tutti..e sopratutto a lei carissima signora..

  6. Ogni pianta ,sopratutto l’orchiidea dove la metti deve rimanere sempre lì
    Lei si adattta e,come un’amimale ,crea il suo territorio rifiutando altre specie di piante vicino

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