Contro le erbacce arriva l’esercito di droni robot

Scateneranno la loro battaglia non su lontani pianeti alieni, ma qui, sui campi coltivati nelle nostre campagne. Saranno compatti, multi-tasking e non avranno alcuna pietà. Sono l’ultima frontiera della tecno-agricoltura: i droni robot. Il loro compito? Individuare e uccidere le erbacce, ovvero le malerbe infestanti! E’ questa l’ultima frontiera su cui sta lavorando il Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema dell’Università di Pisa nell’ambito del progetto europeo Rhea (Robot fleets for Higly Effective Agriculture and forestry management). Scopo del progetto – spiega Andrea Peruzzi, professore di Meccanica agraria dell’Ateneo pisano, è la “realizzazione di una flotta di robot per la gestione sostenibile e mirata delle colture agrarie” Obiettivo: ridurre del 75% l’uso dei fitofarmaci chimici di sintesi rispetto ad ora. Dunque una sorta di “esercito verde”, unico nel suo genere, che sarà composto da unità aeree e terrestri che dovranno operare in stretto contatto scambiandosi dati e informazioni. Ditelo, non vi sentite appena atterrati sul set di un film di fantascienza?? :-O

L’esercito avvenieristico avrà tra le sue truppe robot aerei, dei “droni” volanti a quattro eliche, indispensabili per le prime ricognizioni. Di forma circolare, sono dotati di GPS e di fotocamera. Il loro compito è di acquisire alcune informazioni di base, come ad esempio localizzare le aree in cui le malerbe sono più concentrate, per pianificare poi le azioni delle unità che operano sul suolo. A quel punto entreranno in azione tre tipologie di robot terrestri destinati ad operare in altrettanti scenari: il diserbo chimico del frumento, il diserbo non chimico del mais e la distribuzione di insetticidi su olivo. Invece del solito spargimento a pioggia però, l’intervento robotizzato metterà in atto interventi “mirati” ed efficienti.

“Stiamo lavorando alla realizzazione di un’operatrice autonoma per il controllo delle infestanti del mais in grado di operare trattamenti meccanici e termici (pirodiserbo)” – continua il professor Peruzzi . La “mission” della macchina sarà pianificata mediante un apposito software capace di elaborare sia i dati registrati dalle unità aeree sia le informazioni acquisite in base a “conoscenze pregresse” (esperienza dell’agricoltore, Database Gis, rilievi fotografici). Il robot sarà inoltre dotato di un proprio sistema di visione artificiale, costituito da una fotocamera e da un software dedicato per il rilevamento della fila della coltura per evitare di danneggiare le piante di mais.

Oltre all’Università di Pisa, collaborano al progetto Rhea altri 14 partner europei. “E’ un filone di ricerca – conclude Andrea Peruzzi – su cui, negli ultimi anni, sta puntando molto anche l’Unione Europea: macchine tecnologicamente avanzate per una gestione sostenibile dell’agroecosistema con l’obiettivo di ridurre sensibilmente l’impiego di agrofarmaci”.

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