Sull’Isola Madre sbocciano i fiori del Sud Africa

Gianfranco Giustina, il curatore del giardino dell'Isola Madre

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Curiosi e multiformi, simbolo del Sud Africa, le Protee sono tra i fiori esotici più curiosi. Il trasformismo tipico di questo fiore ha da sempre intrigato l’uomo, tanto che il nome stesso evoca il dio greco Proteus, capace di assumere le sembianze che preferiva. In quello scrigno di meraviglie botaniche che è l’Isola Madre, le protee non potevano mancare: il curatore dello splendido giardino galleggiante possedimento della Famiglia Borromeo, Gianfranco Giustina (da poco vincitore del premio “Sir Peter Smithers”, dedicato al suo mentore), ha presentato dunque in questi giorni, con l’orgoglio e la fierezza di un padre, la Terrazza delle Protee, incantato angolo di fascino africano, dove sbocciano incredibili corolle che il Lago Maggiore non aveva ancora mai visto. Ma come è possibile che una pianta assolutamente esotica possa crescere nel bel mezzo di un lago italiano?

Il miracolo è frutto dell’ostinazione e dell’esperienza dei giardinieri dell’Isola Madre uniti alle condizioni particolarissime di cui gode l’Isola. La fortunata posizione di questo angolo di terra, in cui gli inverni sono mitigati dalla grande massa d’acqua (5 gradi in più che sulla costa di fronte!) e il suolo è acido, fertile e morbido, permette lo sviluppo di piante che solo a pochi chilometri morirebbero senza speranza. La scommessa del Terrazzo delle Protee aveva dunque una buona base: ma non è stato affatto facile abituare queste piante, che in natura crescono in zone secche e aride, ad ambientarsi su un’isola, dove il tasso di umidità è sicuramente alto.

Ci sono voluti quasi 30 anni per ottenere delle fioriture in piena terra. Una miscela di suolo particolare, rigorosamente senza fosforo, letale per questa specie, una posizione accuratamente scelta per la lunga esposizione ai raggi del sole più caldi, la protezione tramite sughere piantate appositamente per schermarle dai venti, grandi siepi di Ilex e alloro per proteggerle dal freddo. Ma infine, dopo tanto assiduo lavoro, gli sforzi hanno dato il giusto risultato e le Protee sbocciano in compagnia di specie altrettanto esotiche e spettacolari, che condividono con loro le medesime necessità, come gli altissimi Echium, tipici delle Canarie, i Leucospermum, puntaspilli vegetali dai colori infuocati, il raro Geranium maderense dalle corolle malva, i raffinati Chamelaucium dai fiori di cera e i meravigliosi cespugli di margherite del Sud Africa, gli Argyranthemum, dalla lunghissima esuberante fioritura, punteggiate da violette o dalle margherite azzurro cielo dell’Agathea. E ora in uno dei più ricchi parchi botanici d’Italia fiorisce anche un pezzo d’Africa.

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