Nasce l’orto dell’Onu, produrrà verdure internazionali

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Palazzo di Vetro dell’Onu, New York: 69mila metri quadri senza una foglia o un frutto commestibile. E dall’altra parte, centinaia di tonnellate di rifiuti di cibo prodotti da quegli stessi palazzi che ogni anno finiscono in discarica a marcire. In tempi di lotta allo spreco e di crisi, per chi sta in cima certo non è una gran buona pubblicità. E ormai queste cose la gente comune comincia a notarle. Creare un orto nella sede delle Nazioni Unite potrebbe anche essere solo una lucidata all’immagine, però in effetti è coerente con il messaggio di “Fame Zero” con cui l’organizzazione internazionale partecipa all’Expo. E il fatto di agire impiegando volontari fa pensare che qualcuno si è preso carico del progetto: di questi tempi anche i potenti della Terra devono dare l’esempio…

Nasce quindi l’Orto dell’Onu, pensato da un gruppo di funzionari, dipendenti e diplomatici che hanno fondato un “garden club” con l’obiettivo di creare una serie di piccoli orti nei terreni che circondano l’imponente sede americana: pochi giorni fa sono iniziati i lavori per dare forma alle prime aiuole che ospiteranno ortaggi e alberi da frutto. Altra buona notizia: gli scarti di cibo dell’organizzazione saranno trasformati in utilissimo concime organico.

“L’idea è nata lo scorso autunno e l’Onu si è convinta in tempi record, anche perché non abbiamo chiesto fondi, ma solo lo spazio”, ha detto all’ANSA Arif Khan di Ocha, l’ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari. Nell’orto dell’Onu troveranno spazio verdure che vengono da tutto il mondo: ai partecipanti è stato chiesto di fornire semi dei rispettivi Paesi di origine che possano essere coltivati nelle condizioni climatiche presenti a New York.

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