Lavori “verdi” in cambio di tasse: i timori degli esperti

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A seguito del pezzo pubblicato su Fiori&Foglie a proposito del Baratto amministrativo del famigerato Articolo 24, le reazioni degli esperti di settore non si sono fatte attendere. Sulla Pagina Facebook del blog immediatamente sono apparsi commenti di esperti arboricoltori che hanno sottolineato come la legge in realtà può tradursi in un danno per le aziende che con professionalità lavorano nel settore, favorendo l’impiego di manodopera non specializzata. Nello stesso senso anche l’opinione di Nadia Forbici, Presidente di Assofloro Lombardia e dell’Associazione Florovivaisti bresciani, che al telefono con Fiori&Foglie esprime forti perplessità su questa alternativa che, per “amor civile”, vedrebbe affidati alcuni lavori sul verde pubblico a comuni cittadini volenterosi in cambio di uno sconto fiscale.

Ribadendo che si tratta di una soluzione che mette sotto i piedi la professionalità degli operatori del settore, la Forbici sottolinea che non è specificato in alcun modo come queste persone verrebbero gestite, in modo da svolgere un lavoro di qualità, né tanto meno da chi. Questo lascia libero campo alle amministrazioni comunali, che saranno portate ad affidare la supervisione e il controllo di questi cittadini all’Ufficio tecnico, che spesso non ha un agronomo (non esiste una legge che lo imponga) ed è guidato da geometri o architetti che non hanno alcuna competenza specifica sulle piante. Si aggiunga la mancanza di un’adeguata formazione e la tentazione di ampliare l’intervento anche ad ambiti professionali con l’idea di risparmiare – tagli l’erba? Dai già che ci sei, potami anche gli alberi! – e il quadro che si prospetta potrebbe essere di forte danno al verde pubblico, che è patrimonio non del Comune, ma di tutti, oltre ad un incentivo alla diffusione del lavoro nero, a scapito delle aziende specializzate. Inoltre è noto che l’agricoltura è uno dei settori a più alto rischio di infortuni: questo è stato considerato? Altro punto da chiarire: la norma specifica che questo tipo di interventi potranno essere operati su “aree e beni immobili inutilizzati”. Quindi, non parchi ma al limite, solo gli incolti?

La Presidente dei florovivaisti ammette sconforto poiché la norma sembra sottintendere che mettere le mani nel verde è qualcosa che può fare chiunque, senza nessuna particolare preparazione. Quando invece quella preparazione è essenziale, per evitare di creare ferite che in molti casi la natura, quando ci riesce, impiega anni a rimarginare. Proprio in considerazione di questo, nelle aule dei tribunali sta entrando per la prima volta il concetto di “danno biologico” legato al verde: un esempio? La potatura gravemente scorretta di un albero in città può compromettere la sua fisiologia traducendosi nel mancato assorbimento di C02, in una misura tale da non poter essere sanato sostituendo l’esemplare maturo con una pianta giovane. E questo danno a carico della comunità può essere precisamente quantificato in euro sonanti.

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