Mostre-mercato di giardinaggio? Vincerà la qualità, parola di Orticolario

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Fiere? Per carità. Le mostre-mercato di giardinaggio hanno solo una definizione per Moritz Mantero, con cui Fiori&Foglie ha fatto una chiacchierata a poche settimane dalla conclusione dell’edizione di quest’anno di Orticolario, kermesse di fiori e piante a Villa Erba. Per il patron di Orticolario l’unico termine giusto è “manifestazione”. Approfittando anche delle osservazioni spontanee generate nel pubblico di appassionati dalla “Due giorni d’autunno” svoltasi con poco pubblico lo scorso gelido weekend al Castello di Masino, ci siamo addentrati con Mantero nel difficile intento di capire che cosa offrano le manifestazioni di giardinaggio ora e quali scenari si preparino per il futuro in tema “verde”. E in proposito Mantero non ha dubbi: vincerà la qualità.

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Orticolario 2012

Visitando le manifestazioni all’estero di alto profilo come il Chelsea Flower Show in Inghilterra o Courson in Francia, Mantero decise di creare qualcosa di diverso da quello che già esisteva in Italia: una manifestazione-evento dove il giardino entrasse in casa “contagiando” le pareti domestiche e allargando il proprio ambito di interesse a tutto ciò che poteva ispirarsi e ritrovarsi all’interno del tema verde. Orticolario riflette dunque questa scelta: con i suoi quasi 300 espositori, spazia in tutti i settori merceologici di cui il tema vegetale possa essere ritrovato, da piante e fiori ai saponi ai complementi di arredo. E la ricetta ha successo, se si pensa che pure in un weekend rovinato dalla pioggia, ben 21mila visitatori hanno varcato i cancelli di Villa Erba quest’anno. Il moltiplicarsi di manifestazioni che aumentano di numero ogni anno, al punto di sovrapporsi per data, e la corsa al numero di espositori proposti – che spesso sono alla fine sempre gli stessi – non preoccupa il prestigioso imprenditore della seta: la qualità degli espositori sarà la carta vincente che spazzerà via i “mercatini di paese”.

La domanda su cosa le mostre-mercato di giardinaggio possono offrire – o come dovrebbero farlo – è in effetti un tema sulla bocca di tutti gli appassionati frequentatori, che si interrogano su motivazioni e modalità.

Una delle voci che spiccano è quella del vivaista Mario Mariani, vincitore di numerosi premi per le piante che propone, spesso ricercate e insolite. Il suo giudizio è impietoso: per Mariani le manifestazioni di giardinaggio sono morte. Per gli espositori si tratta di un costo – stand, trasporto e alloggio – che spesso non si ripaga con i guadagni, a volte più ingenti organizzando eventi in vivaio e comunicandoli a costo zero sui social network. Inoltre la corsa verso un numero sempre più alto di espositori – sottolinea il vivaista Raziel – fa in modo che gli organizzatori accettino qualsiasi tipo di stand, senza differenziare chi coltiva (da seme o da talea, acclimatando e adattando le piante ai nostri terreni e al nostro clima) da chi si limita a rivendere: il risultato è che il visitatore pagante si trova di fronte ad entrambe le tipologie a prezzi simili, comprese quelli in cui le piante vengono consegnate direttamente dall’Olanda o dal Belgio pochi giorni prima o acquistate dai garden center o dai cash&carry.

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Orticolario 2010

Il futuro delle mostre-mercato verdi? Per Mariani la scelta dovrebbe essere radicale e innovativa: e butta il guanto della sfida al patron di Orticolario.

Perché non creare una manifestazione solo espositiva per due giorni e vendere – magari all’asta – solo l’ultimo giorno? I vivaisti, senza i costi di alloggio e stand, potrebbero creare allestimenti di enorme impatto, puntati sulla qualità eccellente delle piante ed educando il pubblico all’uso e alla conoscenza di specie e varietà. E l’ultimo giorno, gli stand potrebbero mettere tutto in vendita: chi quindi vuole acquistare potrebbe approfittarne e il vivaista evitare di riportare indietro il materiale espositivo. Escludendo dalla proposta stand che non offrono piante coltivate in Italia, si creerebbe maggior spazio per l’allestimento di giardini da parte di paesaggisti e garden designer ampliando quindi l’offerta culturale e gli stimoli per far “crescere” il pubblico. “Orticolario potrebbe diventare un apripista”, provoca Mariani.

Chissà cosa ne pensa Moritz Mantero?


Nota
La discussione sul tema è viva e vivace, sarebbe bello che questo pezzo fosse spunto per una riflessione costruttiva corale: più voci possono solo arricchirla e Fiori&Foglie sarà onorata di darle ulteriore spazio portandola al pubblico oltre che agli “addetti ai lavori”.

Una risposta a “Mostre-mercato di giardinaggio? Vincerà la qualità, parola di Orticolario

  1. Ciao Daniela, sono perfettamente d’accordo con quanto scritto. Questi eventi sono sempre più mercati e sempre meno mostre. Orticolario si distingue per le novità che ogni volta propone. Io sono convinta della necessità di parlare di giardino e di piante non solo attraverso la formula del mercato, ma anche attraverso sperimentazioni e linguaggi differenti. Ultimamente il pubblico presente alle mostre ha fatto un passo indietro e ci sono sempre meno appassionati spinti dalla curiosità di confrontarsi con piante nuove e sempre più utenti ‘superficiali’.
    La convivenza poi di prodotti più affini ad un presidio slowfood piuttosto che al mondo dei giardini fa scadere la qualità dell’esposizione. Ogni eccellenza deve essere celebrata nel proprio ambito, non si può accumunare cibo e piante, o si parla di giardino o si parla di cibo.
    Gli argomenti da discutere sono tanti, la proposta di Mario è interessante mi chiedo quanti accetterebbero una sfida del genere, io la condivido in pieno.

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