Alberi potati troppo: e la città diventa brutta

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Due alberi, stessa specie, trattamento diverso. Il primo non è stato potato, il secondo sì. E il risveglio primaverile, in cui gli alberi che si sono denudati d’inverno, con energia rinnovata rimettono le foglie, ha un effetto molto diverso sui due esemplari: il primo platano forte, bellissimo, ricco di foglie verde bosco che sono un inno alla nuova stagione e alla natura. Il secondo platano ridotto ad un palo della luce, “attaccapanni” vivente. Amputato dei rami, ridotti a moncherini, come se di un essere umano tenessimo solo il torso, è stato imbruttito e gli è stata rubata tutta la sua bellezza. E con la sua, anche quella della piazza e delle vie che dovrebbe decorare: questo scorcio perde moltissimo grazie a questo tronco, che di fatto sembra morto, un relitto dimenticato lì per errore. Sarà ben più lenta la sua ripresa, e intanto, al cittadino (e al turista, vogliamo dirlo?) sarà offerto per un buon tempo solo il triste spettacolo delle sue ferite.

Gli alberi che hanno subito potature drastiche o capitozzature insensate si presentano così al nostro sguardo, nudi e sfigurati, senza nemmeno il ricordo della loro forma. Certo, sono esseri robusti, gli alberi e, quasi in modo miracoloso, riusciranno faticosamente a ricostruirsi rami e chioma di foglie. Ma per farlo ci mettono del tempo. Siamo quasi a maggio, fra poco fioriscono le rose e su quel platano ancora non si vede traccia di foglie dopo l’intervento dell’uomo. E le prime vittime di queste potature cittadine sconsiderate siamo proprio noi abitanti di città, già orfani di tanta, troppa natura.

La foto è stata scattata proprio ieri da Francesco Ferrini, docente all’Università di Firenze esperto in Arboricoltura, che ci ricorda dei fatti: 1) la potatura, comunque sia effettuata, è uno stress per la pianta 2) La miglior potatura è quella che non si vede 3) Le piante più belle sono quelle non potate 4) la capitozzatura costa più di una corretta potatura 5) la capitozzatura riduce drasticamente i benefici degli alberi con risultati disastrosi dal punto di vista economico, ambientale e sociale.

E questo scatto riportato su Fiori&Foglie documenta quanto sia ingiusto questo furto di bellezza in paesi e città italiane che, a fianco o di fronte ad edifici di pregio, ad eleganti piazze rinnovate, a splendidi monumenti e a palazzi storici, si ritrova “pali” vegetali – peraltro annosi, questi platani hanno 70-80 anni – senza la forma che natura ha previsto per gli alberi, quella che i bimbi disegnano a scuola. E lo sappiamo, subiranno questo trattamento crudele ancora, e ancora, e ancora. E ogni anno avranno meno energie per reagire perché avranno meno tempo utile per nutrirsi di sole (e dare a noi ossigeno, riparo e ombra). Finché, deboli, non verranno attaccati da parassiti o funghi o qualche cantiere stradale distratto non taglierà loro le radici. A quel punto si dirà che bisogna abbatterlo purtroppo, quell’albero. “Va bene dai. Tanto era brutto”…

2 risposte a “Alberi potati troppo: e la città diventa brutta

  1. Sono assolutamente d’accordo.Nel mio piccolo paese abbiamo un bel viale alberato…peccato che gli alberi siano stati tutti ridotti come quel poveretto in foto e stanno procedendo così con tutti gli altri alberi presenti in paese. In più noi abbiamo una bellissima siepe (condominiale)che è lì da 20 anni (mentre noi solo da 6) ed era effettivamente stata piantata in un posto dove non c’era lo spazio necessario,per cui spunta inevitabilmente di una ventina di cm dalla rete.Ora dopo 20 anni al Comune dà fastidio e vuole che la potiamo tanto da farla rientrare,ma è impossibile a meno di lasciare solo i rami principali.La strada non è affatto trafficata vivo in un posto tranquillo senza alcun pericolo,ma quella siepe mi dà la privacy che amo del mio giardino,ho scelto quella casa anche per quello e anche dall’esterno è bellissima e sempre ben curata. Purtroppo noto sempre di più che la bellezza della natura come valore dei nostri centri abitati è a dir poco trascurata. Riducono gli alberi a scheletri così non dovranno raccogliere le foglie che cadranno senza preoccuparsi del verde di cui ci privano,della loro ombra e frescura nel caldo dell’estate. Una tristezza.

  2. Ma in nome di chi o che cosa succedono queste cose.
    Ci dovrebbero essere degli assessori qualificati
    a svolgere le loro mansioni.

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