Vaniglia come l’oro, 11mila euro al chilo per l’estratto naturale

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Addio alla vaniglia sintetica, evviva l’estratto naturale, che si ottiene a partire dai semi dell’orchidea Vanilla planifolia: è la tendenza che sempre più si sta facendo strada sul mercato negli ultimi anni. La chimica ci piace sempre meno, soprattutto nel cibo che mangiamo. E le aziende, che hanno percepito l’inversione di rotta, ora cercano di rimpiazzare i prodotti di cui, per ragioni di costo, avevano sempre utilizzato il corrispettivo chimico. E tra gli aromi più utilizzati di sicuro c’è la vaniglia – la contengono 18mila prodotti nel mondo – la cui domanda è schizzata alle stelle di pari passo con il suo prezzo che, per l’estratto naturale – che ne contiene solo il 2%, è passato dai  1.250 del 2012 agli 11mila euro al chilo attuale, trasformando questa spezia nella seconda più costosa al mondo, battuta solo dallo zafferano.

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L’orchidea della vaniglia, Vanilla planifolia

Il problema è che le coltivazioni dell’orchidea che produce la vaniglia non riescono a fornire le quantità richieste: secondo il Chemical and Engineering News, l’80% della spezia viene prodotto in Madagascar,che però nell’ultimo anno ha registrato un calo del 50% della produzione a 1500 tonnellate, a causa della pratica di anticipare il raccolto per evitare il furto delle piante di Vanilla planifolia.

La vaniglia naturale infatti viene ancora prodotta artigianalmente, impollinando le piante di orchidea a mano e raccogliendone poi i baccelli che contengono i semi. Considerato che il fiore di questa orchidea dura un giorno solo e,  affinché i baccelli maturino, ci vogliono dai 4 ai 10 mesi, a seconda delle condizioni di coltivazione, non si tratta di un impegno da poco! L’aumento della richiesta ha così portato il prezzo dei semi di vaniglia a ben 225 dollari al chilo e si prevede che il costo aumenterà ancora. Per ovviare a questa carenza, si stanno studiando varietà Ogm in grado di aumentare la produttività delle piante, che al momento è molto bassa.

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