E dai giardini della Reggia di Caserta arriva l’Amaro Reale

Un liquore fatto con le erbe del parco reale: si chiama ‘AmaRe’ il distillato di erbe coltivate e raccolte nel parco della Reggia di Caserta, presentato al Vinitaly, la manifestazione dedicata al vino appena conclusasi a Verona. Frutto della partnership siglata fra la Reggia e l’Antica Distilleria Petrone di Mondragone, l’amaro viene ottenuto direttamente dalle erbe cresciute nel Giardino Inglese, area all’interno del parco progettata dal giardiniere Andrew John Graefer chiamato da Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV di Borbone, che voleva superasse in prestigio il Petit Trianon del parco del castello di Versailles, il “giardino personale” della sorella Maria Antonietta.

L’amaro ‘AmaRe’, ottenuto dall’infusione alcoolica di piante, erbe ed agrumi, contiene le essenze presenti nell’imponente complesso storico della Reggia: canfora, citronella, arancia amara, camelia (si dice che fu la prima della sua specie piantata in Italia a metà 700, dono dell’Ammiraglio Nelson a Lady Hamilton, moglie del Console Generale del Regno delle Due Sicilie), cicoria, finocchietto, bacche di mirto, foglie di ulivo, bergamotto e limoni. Graefer effettuò numerosi viaggi lungo la costa salentina, in Sicilia e in tutto il territorio campano, isole comprese, per procurare nuove specie vegetali da piantare nel parco e lavorò alla sua realizzazione su un’area di 200mila mq (con palazzina, isolotto, bagno di Venere ecc.) insieme all’architetto ingegnere Carlo Vanvitelli a partire dal 1786.

L’affidamento in concessione e in esclusiva per quattro anni del marchio “Reggia di Caserta” alla distilleria casertana fa parte di una precisa strategia di marketing, come sottolinea il volitivo direttore della Reggia Mauro Felicori: “E’ solo la prima di una serie di collaborazioni per favorire la promozione turistica del Complesso vanvitelliano e del territorio e promuoverne l’identità e le eccellenze”. “La funzione del marchio – prosegue – è quella di permettere al consumatore di identificare il prodotto nella sua caratterizzazione e di contribuire all’affermazione dell’immagine del Sito Reale”.

Il manager bolognese ha infatti in serbo altri ambiziosi progetti: “Si comincia con l’amaro”, dice dalle pagine di Repubblica, “ma vedo già una mozzarella di bufala o un miele con il nostro marchio”. Intanto è pronto il bando per reimpiantare la vigna di Ferdinando IV a San Silvestro da cui in un futuro prossimo nasceranno i vini della Reggia.

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