Ferragosto, le origini verdi (e rosa) di una festa antica

Chi ama le piante lo sa bene: ad agosto le piante si fermano e chi le cura, con loro. Un po’ per il caldo che, superata la soglia del 30 gradi C, rallenta la crescita nei vegetali. Un po’ perché ad agosto si raccolgono i frutti. E’ quindi – in giardino come nell’orto, come nei campi – un buon momento per fermarsi. Lo sapevano bene gli antichi romani, che ad agosto si festeggiava: era il periodo dedicato alle “Ferie di Augusto“, come questi riti ancestrali furono ribattezzati dall’imperatore Ottaviano (“Augusto”, appunto) nel 18 a.C. e duravano dal primo giorno alla metà del mese.

Agosto quindi è un mese “slow”, si direbbe oggi, dove si riposa e si ringrazia la natura per i suoi doni, oltre a festeggiarne la fecondità. Non per niente nei riti arcaici in questo mese si celebrava non solo il raccolto ma anche la maternità. Per l’epoca moderna che ha dimenticato i ritmi agricoli e stagionali, fare festa a Ferragosto è un ottimo modo per riprendere i contatti con la madre terra e con quello che ci dona grazie alle piante.

Alla dea Diana, ritratta a volte con arco e frecce, altre con una coppa di frutti e una fronda, i romani si rivolgevano preghiere e cerimonie il 13 agosto perché garantiva buona caccia ma proteggeva pure i boschi e anche la luna, legata simbolicamente all’acqua e al parto. Molte altre divinità si celebravano in questo mese: banchetti e feste per l’antica Opi, dea della terra e del raccolto stivato nei granai, spesso raffigurata con una cornucopia, e il dio Conso, suo corrispettivo maschile che proteggeva il grano: il 25 agosto era infatti il giorno degli Opiconsivia. Riti di ringraziamento anche per Vertumno, dio delle stagioni e della maturazione dei frutti. Non è un caso dunque che il 15 agosto sia diventata la festa dell’Assunzione della Vergine Maria.

Ferragosto dunque, giornata dedicata alle gite fuoriporta per eccellenza, è dunque un momento importante in cui, senza averne memoria, torniamo alla natura, festeggiamo la terra, le piante e i loro frutti, nel momento culmine della stagione, a cui seguiranno giornate sempre più brevi e poi il lungo inverno. Un modo per rimettersi in armonia con allegria – tra relax e picnic in parchi e spiagge – con il tutto di cui facciamo parte.

E pian piano stiamo comprendendo quanto sia importante questo legame con la natura: un bel segnale? Dati alla mano, mai come quest’anno nel Belpaese sagre e manifestazioni dedicate ai frutti della terra sono state ricercate, da italiani e turisti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *