Un giardino bello e buono: arriva il foodscaping

Nei giardini spesso c’è anche un angolino per l’orto. Ma tradizionalmente non si tratta di uno spazio decorativo, quindi lo si organizza in una posizione un pochino defilata, seppur comoda da raggiungere. Si lasciano al giardino le vivaci fioriture, i profumi, i colori. E invece no. La nuova tendenza si chiama “Foodscaping” (che definisce anche una tecnica fotografica dove il cibo struttura il paesaggio, i Foodscapes resi famosi da Carl Warner): applicata al giardino, ne ridisegna lo spazio al cui interno crescono, evase dell’orto, piante scelte tra le specie produttive che, all’utilità in cucina, aggiungono un aspetto particolarmente decorativo.

Addio ai curatissimi prati inglesi, benvenuti alberi da frutto e ortaggi dai colori sgargianti o dalle foglie intriganti (Amanthus, Rumex sanguineus, borraggine, spinacio rosso di montagna, ecc) in un mondo in cui rose, ortensie, ed erbacee perenni non schifano cavoli, bietole e spinaci.
Al garden designer il compito di integrare – con gusto! – nello spazio verde le diverse tipologie di piante, tenendo conto di tempi di fruttificazione come di quelli di fioritura, adeguando i periodi di potatura e raccolta, contenendo gli ingombri e gestendo le aiuole in modo da valorizzare abbinamenti insoliti e colorazioni inedite.

Bietole belle come fiori

Un giardino, quello che guarda al foodscaping (la parola è nuova ma il concetto no di certo), dove i fiori ci sono, ma non come unici protagonisti: direttamente accostati a fruttiferi e ortaggi, trovano la loro ragion d’essere anche nella funzionalità rispetto alle piante orticole (per esempio Tagetes, ottimi contro i nematodi, Calendule per attirare insetti utili, Nasturzi per allontanare gli afidi, Leguminose per arricchire il terreno di azoto) oppure nell’ottica di piante alimentari, fiori come il girasole, violette o alkekengi, secondo una visione di consociazione per un più vasto orto-giardino, bello quanto buono.

In un giardino commestibile come questo, largo spazio anche a grandi arbusti o alberi da frutto a bassa manutenzione come Melo, Gelso e Melograno o dalle bacche edibili ma insolite, come l’Amelanchier, l’Aronia, il Goji e ai piccoli frutti, come vari tipi di lampone, ribes, fragole, mirtilli e more, o fioritissimi deliziosi tuberi come il Topinambur, a tutti i colori e le forme dei peperoncini, oltre alla sconfinata varietà di specie di piante aromatiche e officinali tra cui in primis erba cipollina ed erba aglina, belle nelle aiuole quanto profumate nel piatto.

Poco spazio invece trovano qui i pesticidi, a cui vengono preferiti rimedi a base naturale (utilissimo coltivare la preziosa ortica, aglio, rosmarino, menta e melissa con cui fare macerati e decotti) oppure prodotti ammessi in agricoltura biologica. Si tratta di un luogo molto attrattivo per insetti e piccoli animali, e particolarmente interessante per i fortunati umani che possono godere di uno spazio verde in città che, oltre alla funzione di depuratore e ossigenatore dell’aria e rifugio ideale dallo stress, diventa fonte generosa di continui doni della terra.

Ecco un buon progetto per il giardino del 2019, che ne dite? 😉

Una risposta a “Un giardino bello e buono: arriva il foodscaping

  1. Mio padre mi ha insegnato che ogni fiore e ogni pianta aromatica è nemica di qualche parassita degli ortaggi, perciò è bene disporre nell’orto fiori e piante aromatiche. Lo faccio da anni e non ho bisogno di pesticidi.

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