Troppe fake plants in vendita online

Aceri blu, semi di bonsai e di carnivore viola shocking, rose con petali arcobaleno, margherite multicolor, alberelli verde mare e campanelle blu… Insomma di tutto e di più si offre su web. In tempi di “bombardamento” da Black Friday, va detto che il mondo vegetale in vendita online assomiglia più al paese delle fate, che ad una pletora di occasioni da non perdere! 

Alle foto farlocche di fake plants, si aggiungono testi dalle traduzioni assolutamente strampalate, tipo: “Semi 100pcs gigante di fiori di ibisco Hardy, miscela di colore, giardino domestico di DIY di resina, o impianto di cantiere fiore”. E come se non bastasse ovviamente, le indicazioni per coltivare questi mirabolanti vegetali sono altrettanto immaginifici…

Finché l’annuncio è palesemente un miscuglio di elementi poco credibili, ok.

Il problema è quando l’annuncio sconfina nelle truffa: per esempio proponendo semi di bonsai: i semi di bonsai non esistono, in quanto quella del bonsai è una tecnica di coltivazione applicabile a diverse specie vegetali. Non dipende quindi dal seme e nessun seme è “predisposto” dalla natura per crescere come un bonsai. 

Quasi sempre truffaldine sono anche quelle vetrine che propongono semi di orchidee epifite oppure di piante carnivore: coltivare queste specie è estremamente complicato, spesso richiede appositi ambienti sterili e una grande esperienza. Non si tratta insomma di una coltivazione alla portata di tutti, men che mai casalinga come il testo induce a credere. Non solo.

Anche nell’ambito delle piante grasse, su Amazon si possono facilmente trovare in vendita semi di cactus di svariate specie che hanno sviluppato mutazioni spontanee che non sono riproducibili da seme. Per non parlare di alberi che, da seme, richiedono decenni anche solo per arrivare all’età giovanile e di fiori ritratti con colori graficamente alterati.

L’effetto antipatico di queste truffe?
Disincentivare gli aspiranti pollici verdi, che spesso fanno fatica a distinguere ciò che vale la pena acquistare, soprattutto nella fase “bulimica” del loro “innamoramento” per le piante. E sono quindi i primi a prendere fregature, pensando peraltro di essere loro gli unici responsabili della mancata crescita del loro “seme di bonsai”… 

Come difendersi?
Prima di tutto, diffidate se nell’annuncio non c’è il nome botanico della pianta (varietà compresa!). E’ un modo perfetto per portarvi fuori strada. Poi un veloce controllo sui motori di ricerca usando le parole chiave, e in caso non troviate le informazioni necessarie, una domanda su forum, pagine facebook dedicate, o meglio ancora – ai vivaisti professionisti. Le probabilità di prendere una fregatura in questo modo (e sì, succede anche agli esperti!) dovrebbero diminuire considerevolmente 😉

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