2020: un anno dedicato alla salute delle piante (e alla nostra)

Indetto dalla FAO, l’anno che sta arrivando, il 2020, porrà al centro dell’attenzione mondiale la salute delle piante. Il tema può sembrare ostico e rivolto ai tecnici, ma nella sua essenza non è affatto così. Le sue conseguenze infatti ci toccano tutti da molto, molto vicino, direttamente allo stomaco, in primis. Parassiti, virus e batteri sono in grado di danneggiare pesantemente le piante di cui ci nutriamo. Non solo. Sotto attacco ci sono anche le piante che ci fanno respirare e quelle che ci fanno stare bene.

Nel 1800 la malattia che colpì le patate in Irlanda causò una carestia che si stima uccise almeno un milione di persone. Il colpevole? La variante di un fungo, la peronospora che, oltre a colpire le foglie (tipicamente quelle della vite e delle rose), trasformava i tuberi in marcia poltiglia.

Da allora abbiamo imparato qualcosa, ma c’è ancora tantissimo da capire sulle complesse iterazioni tra gli esseri viventi, agenti esterni (insetti, eventi atmosferici, ecc) e vegetali, soprattutto per la tutela delle poche specie che ci assicurano produzione alimentare. Ogni anno il 40% delle coltivazioni vengono distrutte da parassiti. Considerando che l’80% di ciò che portiamo in tavola è vegetale o derivato da vegetali, è facile comprendere che si tratta di un tema di cui è essenziale occuparsi: diventa vitale migliorare sempre più le nostre conoscenze e le strategie, non solo in campo agricolo. Non è un caso se, a partire dal 14 dicembre 2019, diverrà attuativo in Italia il Regolamento Fitosanitario Europeo, che stabilisce una serie di norme per gli operatori del verde, istituendo così un Passaporto Europeo per le Piante, pensate proprio per la tutela della salute vegetale.

E comunque stiamo facendo grandi passi nella protezione delle piante: per esempio, stiamo imparando ad usare i veleni contro i parassiti in modo sempre più selettivo e rispettoso degli insetti utili, stiamo dando rilevanza all’ecosistema nel suo complesso utilizzando la lotta integrata e l’esperienza ci sta insegnando l’importanza del suolo e dei suoi meccanismi. Invece di buttare “bombe”, abbiamo capito che è possibile aiutare le piante a rinforzarsi, in modo che riescano a proteggere se stesse, spesso usando …altre piante. O persino alghe e… funghi!

E non si tratta solo di tutelare il cibo. Come specie, non sopravviveremmo se le piante scomparissero. Le piante producono ossigeno per tutti gli esseri viventi, puliscono aria e acqua dagli inquinanti, trasformano l’ambiente rendendolo adatto alla vita.
Fanno parte della nostra eredità ancestrale e della nostra cultura, e con la loro bellezza, ci aiutano ad aspirare a qualcosa di più che la mera sopravvivenza. Sin dai tempi della Preistoria, frutti e radici ci hanno nutrito, i tronchi degli alberi ci hanno dato riparo, le erbe ci hanno curato. Gli ulivi colpiti ora da Xylella non sono solo un’ecatombe di alberi secchi ma anche una ferita profonda nel millenario paesaggio pugliese, una minaccia ad un simbolo antico che fa parte della nostra storia.

Dedicare un anno a pensare a livello globale a come proteggere queste creature fatte di foglie, fiori e radici, è in realtà dedicare un anno a tutelare per primi noi stessi e il nostro mondo.

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