Piante in inverno: riconoscerle per proteggerle

Internet straborda di consigli su come proteggere le piante d’inverno, quando si palesano le insidie della cattiva stagione. E se al sud il problema è l’irraggiamento solare d’estate, in inverno è il nord a doversi preoccupare delle piante più delicate. C’è però un elemento che, nel novero delle indicazioni, viene spesso trascurato, ma che invece fa la differenza. Per decidere come proteggerla, dobbiamo prima di tutto capire di quale pianta si tratta. Sapere è potere: solo riconoscendola, potremo soddisfare le sue esigenze, in modo che lei possa poi soddisfare le nostre attese.

RUSTICA, SEMIRUSTICA O DELICATA?
Ogni specie vegetale ha il suo grado di “rusticità“. Un dato importante: “rustica” non vuol dire “robusta”, come spesso si pensa usando il termine impropriamente: indica invece quale grado di freddo riesce a sopportare. Trova il suo corrispettivo anglosassone nelle definizioni: “hardy” (rustica), “half-hardy” (semi-rustica) e “tender” (delicata). Dare un nome alla nostra amica vegetale non è poi così complicato: la chiave per orientarsi nel mare di Internet è sfogliare siti specificatamente dedicati al giardinaggio – non quelli di costume o di arredo – che mostrano foto di piante da interno e da esterno con il loro corretto nome scientifico. Su Fiori&Foglie c’è il Dizionario dei Fiori.

QUAL E’ LA TUA ZONA USDA?
Una volta individuata la specie, una veloce ricerca in Rete ci permetterà di capire, in base al paese di origine, quali sono le temperature minime che può sopportare, e comportarci di conseguenza. Un metodo piuttosto preciso? Individuare sulla mappa (ad esempio sulla Italy Plant Hardiness Zone Map) la nostra zona “USDA”, sistema adottato in America, e poi esteso a tutte le latitudini, che indica la fascia climatica di appartenenza del luogo dove coltiviamo. Milano, per esempio, appartiene alla ZONA USDA 8 (con sottozone 8A, con minime fino a -12°C, e 8B, con minime fino a -9°C). Nelle schede delle piante, alla voce “winter hardiness”, spesso compare la zona USDA di riferimento, oppure il range di temperature minime. Se la specie rientra in quel range, potrebbe non necessitare di particolare protezioni invernali. Se invece non vi rientra, dovrà essere riparata in casa o sul pianerottolo, vicino ad una finestra.

Quale annotazione aggiuntiva: in generale possiamo considerare che il centro città è più caldo di almeno un paio di gradi rispetto all’hinterland per effetto del calore dato dalla vicinanza delle case, e che le piante provenienti da zone aride debbano essere protette dall’eccesso di umidità tipico degli inverni della Pianura Padana. Inoltre considerate con un minimo di cautela i manuali inglesi, dove la rusticità si riferisce alle condizioni climatiche tipicamente anglosassoni, a volte non perfettamente sovrapponibili a quelle del Belpaese.

Perché è utile sapere tutto questo? Per evitare di correre in terrazzo armati di maglioni, polistirolo o sacchi di tessuto non tessuto, perché “le piante hanno freddo”, e ritrovarle comunque a primavera secche o  gravemente danneggiate, attribuendo il problema al nostro – per una volta, incolpevole – pollice nero 😉

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