Marijuana, da ieri in Uruguay è legale: la produrrà lo Stato

Il Senato uruguayano ha approvato in via definitiva il progetto di legge che prevede che sarà lo Stato a farsi carico della produzione, distribuzione e vendita della marijuana, dopo una lunga giornata di dibattito.  La norma è stata approvata con i soli voti del Fronte Ampio – la coalizione di sinistra al governo a Montevideo.

La legge prevede la creazione di un Istituto di regolamentazione della cannabis (Inc), che concederà licenze ai privati per la coltivazione delle piante da parte di singoli (massimo sei piante a testa), associazioni di consumatori (massimo 45 soci e 99 piante) e produttori più importanti, che venderanno la marijuana attraverso una rete di farmacie autorizzate, per un massimo di 40 grammi mensili a persona.

Per rendere possibile il controllo del mercato della marijuana sarà creato anche un registro di consumatori, la cui
privacy sarà garantita dalle norme già esistenti in materia di protezione dei dati. Il presidente Jose’ Mujica ha ribadito oggi che l’obiettivo della riforma non è “diventare un Paese del fumo libero”, ma piuttosto tentare un “esperimento al di fuori del proibizionismo, che è fallito” per riuscire a “strappare un mercato importante ai trafficanti di droga”.

L’opposizione, da parte sua, ha sostenuto che la legge approvata rappresenta una chiara violazione dei trattati internazionali in materia di droghe, presenta grosse difficoltà di implementazione e potrebbe risultare incostituzionale.

Concluso l’iter parlamentare, l’anno prossimo – dopo l’estate australe – si passerà alla prova dei fatti. Responsabili del governo hanno detto che la produzione e la vendita della marijuana di Stato sarà pronta verso giugno o luglio e hanno garantito un prezzo competitivo con quello del mercato illegale: un dollaro al grammo.

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