Il fiore più #petaloso che c’è

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Se è innegabile che, come ha detto qualcuno, i social network hanno dato voce a tutti quegli imbecilli che prima del loro avvento sarebbero passati sotto silenzio, è anche altrettanto vero che, senza i nuovi media, migliaia di piccole vicende interessanti e positive non sarebbero mai arrivate alla coscienza del grande pubblico. E quello dell’aggettivo #petaloso è un tipico caso. Un bimbo inventa una parola, la maestra con acume e passione per il proprio lavoro scrive all’Accademia della Crusca: e la risposta, sensibile e intelligente, pubblicata sui social, fa il giro del pianeta. Ne nasce quasi un piccolo movimento che di #petaloso su twitter e su facebook fa una bandiera, all’insegna della creatività della mente e dell’ingegno del linguaggio. 

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La risposta dell’Accademia della Crusca

Molti pubblicano fiori ricchi di petali per dimostrare all’Accademia della Crusca, come da auspicio nella lettera di risposta al bimbo “inventore”, che l’aggettivo può diventare parte della lingua corrente, diventando quindi a tutti gli effetti degno di un posto sul dizionario della lingua italiana. La Opel ricrea il suo logo con i petali, Lego fa un fiore di mattoncini, Samsung crea l’icona sui cellulari, Fiat inventa un fiore di 500, i biscotti vogliono diventare “gocciolosi” e “inzupposi” e… via di questo passo. Pure Matteo Renzi si complimenta… 😀

E’ una piccola storia di parole e in qualche modo di fiori, che sono quelli che hanno stimolato il neologismo di Matteo, il piccolo protagonista di 8 anni di Ferrara. E mi fa riflettere pensare che se non ci fossero stati i social, questa storia petalosa sarebbe rimasta forse chiusa fra le pareti di chi l’ha vissuta. E che se non ci fosse stata una docente intelligente, l’idea petalosa non avrebbe avuto nessun seguito. E che se non ci fosse stato un ente ricettivo e attento “all’ascolto”, la lettera petalosa sarebbe caduta nel vuoto. E se non ci fossero stati i fiori, niente di petaloso sarebbe nato. Una piccola grande storia insomma, che ci fa sperare in un’Italia piena di menti vive, reattive e creative, e di una natura positiva, stimolo della nostra vita di cui sentiamo un gran bisogno: evviva noi, madre natura e tutti i fiori petalosi! 😉

 

Ps. Stavo pensando… ma secondo voi qual è il fiore più petaloso che c’è? Secondo me i curiosi fiori a forma di margherita della Dimorphoteca nella foto hanno delle buone chance: devo chiedere al piccolo Matteo… 😀

Ps. La maestra che, non a caso direi, si chiama nientemeno che Margherita, è una tipa tosta: leggete un po’ cosa scrive di lei l’amica Maria Nigo sul blog di Viva la Mamma

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