Scoperto l’ulivo “favoloso” che non si ammala

La malattia che sta da tempo facendo strage dei meravigliosi ulivi della Puglia, la xylella, non si riesce a sconfiggere: bisogna trovare un modo per conviverci senza troppe perdite. E’ questa la strada che ha portato gli istituti di ricerca a testare tante varietà di ulivo per individuare le più resistenti al batterio killer, quelle che non si ammalano o che riescono in qualche modo ad ostacolare la malattia. E una delle varietà in test ha dato risultati particolarmente positivi. E il suo nome è tutto un programma: la Favolosa.

Dissecamento della chioma sull’ulivo causato da xylella

L’ULIVO CAMPIONE DI SALUTE
Secondo lo studio effettuato dal CNR l’ulivo “favoloso”, in gergo tecnico FS-17, ha dimostrato, rispetto alle altre varietà, una notevole resistenza all’infezione della xylella, persino migliore del “leccino”, il miglior candidato fino a questo momento. Inoculato con il batterio, l’ulivo FS-17 ha riportato una carica batterica lievissima o anche del tutto assente. La scoperta della resistenza della “Favolosa” è emersa dopo l’osservazione di un uliveto di 15 anni in agro di Sannicola (provincia di Lecce) pesantemente attaccato dalla malattia, in cui erano coltivati ulivi di molte varietà diverse. Tra tutti, gli “ulivi favolosi” non mostravano segni di infezione.

ULIVI E PREZZI “FAVOLOSI”
A fronte della pubblicazione della ricerca, però, Coldiretti Puglia denuncia che il prezzo delle piantine “favolose”, vendute in regime di monopolio da vivai controllati da Cnr, è schizzato alle stelle, addirittura si creano liste di prenotazione. Questa situazione crea un grosso problema per i coltivatori già piegati dal fortissimo colpo alla produzione causato dalla malattia – seccati 140mila ettari di ulivi con oltre 10 milioni di piante infette e una stima del danno che supera il miliardo di euro – e la situazione, sottolinea Coldiretti Puglia, si aggraverà nel caso, auspicabile, in cui la UE permetta il reimpianto, nelle zone colpite da xylella, degli ulivi “favolosi”.

“Le stime per la prossima annata sono disastrose”, lamenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, “si parla di un crollo della produzione che potrà toccare anche il 60%.” E tutto ciò accade in un momento, commercialmente parlando, molto favorevole per l’olio Evo, sempre più consumato anche all’estero.

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