Bombe d’acqua e grandinate: per Coldiretti danni per più di 14 miliardi negli ultimi 10 anni

Siccità, bombe d’acqua e grandinate violente: per la Coldiretti “Siamo di fronte al moltiplicarsi di eventi estremi che hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi nel corso di un decennio“. Il bollettino meteo del primo weekend d’estate appena trascorso tra temporali torrenziali e palline di ghiaccio a raffica, grosse come palle da golf, capaci di sfondare il parabrezza delle auto (è accaduto sabato in quel di Brescia sull’autostrada), ha creato gravi danni all’agricoltura che si confronta da settimane con una pesantissima siccità, frutto di una carenza di piogge invernali che sta portando al limite minimo la disponibilità d’acqua nella falda e nei bacini idrici tradizionali.

In questa Italia divisa in due, caldissima e arida al sud e con bombe d’acqua al nord, molte regioni hanno già dichiarato lo stato di emergenza (qui la mappa degli allarmi).

La carenza di acqua per l’agricoltura infatti non può essere sanata da fenomeni transitori che nello spazio di pochi minuti scaricano tonnellate d’acqua. Il terreno dei campi, indurito e compattato dalla siccità, non riesce ad assorbire l’acqua nel breve lasso di tempo, mentre le piante vengono letteralmente massacrate dai “proiettili” ghiacciati, che distruggono con violenza foglie e frutti. Come spiega Coldiretti, sarebbe invece necessario che piovesse a lungo e dolcemente, in modo che il terreno riesca ad accogliere l’acqua in profondità e abbeverare le radici delle piante, che potranno così idratare i tessuti vegetali e combattere la traspirazione indotta dalle temperature caldissime di questa estate.

Coldiretti Abruzzo dichiara un pesante allarme siccità che mette a rischio la produzione marsicana – che interessa 13.500 ettari di superficie agricola con 2mila aziende – che porta sul mercato insalate, spinaci, radicchio, indivia, finocchi e carote. Le falde risultano in costante abbassamento nell’agro romano e nel comprensorio dei Castelli, il livello dell’acqua nel lago di Bracciano è nettamente calato. Le pesanti grandinate hanno rovinato i preziosi vigneti di Prosecco, distrutto campi di mais e sfondato serre. Nella Tuscia si dovranno irrigare in emergenza uliveti e vigneti, che non trovano abbastanza acqua nel terreno. Nelle stalle intanto è calata la produzione di latte a causa degli animali sofferenti per il caldo, che necessitano di impianti di nebulizzazione o condizionamento.

Ai danni causati dal clima si mette rimedio, certo, ma per le aziende si tratta di costi aggiuntivi che impattano sul prezzo dei prodotti agricoli che arrivano sul banco del supermercato e quindi sulle tasche degli italiani.

E viene in mente la dichiarazione del Dott. Maurizio Tira, rettore dell’università degli Studi di Brescia che, al Convegno sul Verde tenutosi il 23 giugno a Milano, ha sottolineato che, seppure in emergenza idrica, si continua a non metter mano alla rete degli acquedotti del Belpaese che registrano da molto tempo ingenti perdite nel trasporto del prezioso liquido. A proposito, a Roma, per risparmiare acqua, si parla in questi giorni di lasciare a secco le fontanelle, che erogano 160 litri al secondo, e sono l’unico refrigerio a basso costo per romani e turisti contro questa estate di fuoco.

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