Biblioteca degli Alberi: a Milano apre il primo parco pubblico a gestione privata

Verrà gestito da Coima, grande società di gestione immobiliare fondata dalla famiglia Catella, la Biblioteca degli Alberi, il vasto polmone verde di quasi 10 ettari – per estensione il terzo parco urbano – che si estende tra i grattacieli di Porta Nuova e che ha visto la luce sabato 27 ottobre alle 10.00 di mattina, inaugurato da Pierfrancesco Maran, Assessore all’urbanistica, al verde e all’agricoltura di Milano. Un progetto di respiro internazionale grazie ad una gara vinta nel 2004 dalla paesaggista olandese Petra Blaisse dello Studio Inside Outside.

Una spesa complessiva di circa 14 milioni di euro, come conferma l’Assessore Maran a Fiori&Foglie, e la gestione del parco – frutto di un accordo inedito tra amministrazione pubblica e operatore privato – che assicurerà una security h24. A chi contesta la scarsa presenza di alberi, l’Assessore risponde che occorre dare alle piante il tempo di crescere. 

 

Pagato con gli oneri di urbanizzazione, il parco di Porta Nuova si presenta senz’altro come una sfida per varie ragioni. Per il progetto, di taglio contemporaneo, basato su vaste campiture vegetali – che alternano distese di piante a bassa manutenzione a prati fioriti e prati verdi – disegnate da larghi viali che mettono il parco in comunicazione con la città, e ampie rotonde, circondate da alberature monospecie (complessivamente 23, particolarmente belle le betulle selezionate), che offrono spazi legati al gioco dei piccoli e allo sport per i grandi, con gli attrezzi da palestra outdoor, piste da corsa e 5 km di ciclabile..

  

Grande attenzione agli accostamenti di fioriture e colorazione dei fogliami: grazie ad attente scelte botaniche – nettamente inconsuete nell’ambito dei parchi a uso pubblico – l’idea è che la parte vegetale del parco fornisca interesse per tutto l’anno. In questi giorni in grande spolvero le graminacee, come anche i meli ornamentali (probabilmente Malus ‘Everest’), carichi di lucidi piccoli frutti, e i settembrini (Aster), con masse di margheritine in fiore. A coprire il terreno e i “piedi” degli arbusti, numerose tappezzanti sempreverdi (Carex, Ajuga, Vinca minor, Ophiopogon, Sedum).

  

Considerato che molte delle 90mila piante sono state messe a dimora da poco, il parco chiederà qualche anno di pazienza per il suo sviluppo, assicurato però da un notevole impianto di irrigazione. Il tasto dolente potrebbe essere un utilizzo poco rispettoso di questi tempi di insediamento vegetale (con l’attività di bimbi – e cani fuori dall’area dedicata – per esempio, nelle zone più delicate piantate ad erbacee perenni, o verso i salici piangenti, facili “liane”, e il labirinto di siepi, che invoglia il salto ad ostacoli…) e la mancanza di spazi a pergolato che proteggano dal forte sole estivo, in attesa che gli alberi estendano le proprie chiome ombrose.

  

Ma la Biblioteca degli Alberi mette sul tavolo il concetto stesso di verde urbano e del futuro dei parchi di città, che in zone meno alla moda o più periferiche scontano anni di gestione errata, quando non inesistente, con grave danno ai servizi ecosistemici offerti dalle piante come al decoro urbano. E lì, difficilmente gli oneri avrebbero un peso così incisivo. La Biblioteca costerà 3 milioni di euro l’anno, in termini di manutenzione, che comprendono l’impiego di 15 giardinieri.

  

C’è da dire che Coima è presente anche nella gara di riqualificazione dei vastissimi spazi (oltre 1 milione di metri quadrati) dei grandi ex-scali ferroviari milanesi. Lo scorso lunedì 22 ottobre è stato aperto quello riguardante lo Scalo Farini e San Cristoforo, che accetterà progetti, anche internazionali, fino alla chiusura, fissata per il 23 novembre 2018. I masterplan verranno poi presentati alla popolazione per il dibattito pubblico e i lavori potrebbero iniziare nel 2021. In rete il sito dedicato: www.scalimilano.vision

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