Caselli: “La bellezza è un antidoto all’illegalità. E il verde ne fa parte”

Secondo il magistrato simbolo della lotta contro il terrorismo, il verde in città apporta bellezza, che è “un antidoto ad illegalità, criminalità e mafia”: questa la dichiarazione video espressa da Giancarlo Caselli in una gremitissima sala della sede di Assimpredil in via San Maurilio, in centro a Milano, dove si è tenuto ieri, lunedì 15 ottobre, un convegno sicuramente inconsueto: tema, verde pubblico e criminalità.

Il convegno organizzato da Assofloro in adesione al progetto Milanopiuverde è forse una delle prime occasioni in cui si avvicinano questi due termini, ma è invece sicuramente inedito il coinvolgimento di “mondi” tanto diversi. Università, politica, professionisti, amministrazione pubblica, imprenditori: tutti allo stesso tavolo a dare il proprio contributo di fronte ai media, parlando del verde di tutti giorni, quello che siamo abituati a dare per scontato, quasi a non vedere. Quello di filari e piazze, di parchi e strade. Il verde ieri – e da qualche tempo in verità – ha unito un’Italia che funziona da sempre a comparti stagni, indicando nuove interessanti sinergie.

Intriganti i contenuti, che hanno messo in luce quanto il verde possa influire sulla nostra percezione della sicurezza, come possa allontanare il degrado, incoraggiare la socializzazione e scoraggiare reati violenti. Dato interessante, negli interventi è emersa come fondamentale la progettazione del verde, spesso sottovalutata, necessaria in relazione alla multifunzionalità di questa tipologia di area urbana. Non più vuoto urbanistico tra le case, il parco deve attendere ad una molteplicità di funzioni nel tessuto metropolitano.

Deve essere pensato per dare fiducia a chi lo frequenta: per questo deve lasciare libera la visuale evitando fitte schermature, e deve essere illuminato correttamente per la fruizione serale, ma con una luce che deve saper valorizzare sagome e scorci. Inoltre progettisti e urbanisti devono lavorare insieme perché occorre una visione sistemica: il verde deve mettere in comunicazione, con percorsi di slow mobility, ogni area della città. A livello del cosiddetto “verde di prossimità”, deve scoraggiare l’uso della macchina, incentivare quello della bicicletta e il movimento fisico, stimolando benessere e salute umana.

Tanto insomma c’è da fare e anche tanto da scoprire, per imparare a creare città sostenibili, contraddistinte da un’alta qualità della vita, di cui il verde può diventare un vero e proprio sistema nervoso.

Fiori&Foglie ha seguito gli interventi del convegno pubblicando in simultanea i contenuti più interessanti sui social, visibili su Instagram o sulla pagina Facebook: http://www.facebook.com/groups/fioriefoglie/

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