Potare le piante: cosa c’è da sapere

Potare o non potare, questo è il dilemma. Quando la fine dell’inverno si avvicina, spesso la mano cerca cesoie e attrezzi, pronta a “mettere ordine” senza tanti complimenti dopo il passaggio della brutta stagione. Ma potare è sempre necessario? E quando lo è, come si fa e quando? Ecco i consigli degli esperti dei garden Viridea per evitare errori che possono costare cari!

Potare si o no, quanto e quanto?
Il dubbio non ha risposte generali perché ovviamente dipende da molti fattori: tipo ed età della pianta, portamento, situazione generale. Nel meraviglioso parco del Blenheim Palace in Inghilterra, dove nacque Winston Churchill, il paesaggista Capability Brown fece piantare nel ‘700 delle querce a distanza tale da poterle vedere dalle finestre del palazzo, e immaginandole adulte. A distanza di quasi tre secoli, queste querce sono perfette, con i rami fin quasi a terra, grazie allo spazio che hanno avuto a disposizione e alle potature “minime”, fatte solo per assecondare il portamento naturale.

Viceversa, spesso gli alberi sono piantati troppo vicini fra loro o alle case, il che richiede inevitabilmente drastiche potature. Potare troppo, male e nei periodi sbagliati causa più danni che benefici… Un errore che, nel caso degli alberi, può costare caro e mettere a repentaglio la sicurezza delle persone, nonché la bellezza, la salute e la vita stessa delle piante.

E dunque, se dovete intervenire fatelo ora, quando le piante sono in riposo, e prima di tagliare seguite alcune regole di base:
• informatevi se il tipo di pianta accetta potature
• non effettuate mai capitozzature sugli alberi
per gli arbusti da fiore: potate dopo la fioritura quelli a fioritura primaverile (es. forsizia); a fine inverno quelli che fioriscono in tarda primavera ed estate (es. rose, ortensie). Il momento sbagliato rischia di farvi perdere la fioritura!
• alcune piante tollerano potature severe di ringiovanimento (es. rose, cotogno, lillà, glicine…); altre invece non riemettono più foglie dal legno vecchio (es. lavanda, rosmarino)
• in generale: meglio poco che troppo
• qualunque sia l’intervento da fare, fatelo in sicurezza (scale solide, abbigliamento, guanti, occhiali protettivi per i lavori più gravosi). Niente giochi di equilibrismo né tree climbing per chi non ha sufficienti conoscenze, esperienza e allenamento!

Mano alle cesoie!
Le cesoie sono un attrezzo sempre fra le mani del giardiniere, per governare l’ordine, la crescita, la salute delle piante e la produttività delle specie da frutto; devono essere perfettamente affilate, e vanno pulite prima di passare da una pianta all’altra. Sia sui rosai che sugli arbusti, eliminate le parti secche, malate, danneggiate, incrociate o affastellate, o troppo cresciute rispetto alla sagoma della pianta. E, altra regola base, si pota con maggiore severità un ramo debole rispetto a uno robusto, anche sui rosai, dove il taglio va sempre fatto inclinato verso l’esterno, poco sopra una gemma.
Sulle siepi è bene fare tagli prudenti: a un taglio troppo moderato si può sempre rimediare. Tagliate i rami che escono dalla forma scelta finché sono giovani: quando sono maturi, la loro eliminazione sarebbe vistosa e lascerebbe dei buchi. Ma per il primo colpo di forbici dovrete attendere che il clima sia mite, senza rischi di brinate tardive (indicativamente da aprile al Nord): il gelo potrebbe danneggiare i germogli che si formano, incentivati dalla potatura.

Artisti con le forbici
Le piante scolpite (“arte topiaria) sono da molti secoli considerate una forma d’arte. Per realizzare una forma topiaria partite da sagome semplici: la sfera dà soddisfazione in tempi brevi ed è di versatile utilizzo a fini decorativi. Meglio ancora, acquistate una pianta già sagomata e assecondate la forma con tagli frequenti e precisi, un lavoro di pazienza quasi zen, che regala silhouettes affascinanti anche in vaso; le forme topiarie si praticano su alcuni tipi di conifere (tuja, cipresso, tasso…) e su piante sempreverdi a foglia piccola, come il bosso.


Alberi da frutto, che fare?

Il tema è complesso e affascinante. Un corso di potatura è la scelta migliore, considerando che è un lavoro che andrà fatto per anni, ogni primavera, e che per alcune piante, come melo e pero, è piuttosto complicato. Volete alberi da frutto facili da potare? Ciliegio, fico, melograno, cachi e altri si potano solo per ripulire da parti secche o danneggiate, operazione da fare a fine inverno.

Grandi alberi pregiati: ci vuole uno specialista
Enormi e forti, e parallelamente molto delicati: i grandi alberi non accettano improvvisazioni. Meglio consultare uno specialista in grado di effettuare tagli corretti e, se occorre, applicare la dendrochirurgia, per ripulire con la massima delicatezza dalle parti malandate. È così che si salvano i “grandi vecchi” e si mettono le basi affinché fra 100 e più anni anche il vecchio tiglio del nostro giardino sia, magari, diventato un gioiello inserito nell’elenco degli Alberi monumentali d’Italia; il più vecchio pare sia l’olivo di San Baltolu di Luras, in Sardegna, oltre 4000 anni!

POTATURE: il consiglio di Virideawww.viridea.it
• Procuratevi gli attrezzi migliori per potare con poca fatica. Dimensione e tipologia vanno provati per la scelta migliore in funzione dell’intervento da effettuare.
• Lavorate senza cavo. Motoseghe e tosasiepi a batteria sono molto più pratici da usare e non c’è il rischio di tranciare il cavo elettrico.
• Proteggetevi! Guanti e occhiali protettivi, abbigliamento da lavoro e cuffie per proteggersi dal rumore degli attrezzi da taglio a motore.
• Regalatevi una pianta topiaria. Le forme scolpite sono perfette per iniziare ad appassionarsi all’arte del taglio scultoreo e sono molto eleganti, indicate anche per giardini e terrazzi moderni di stile minimalista.

 

Foto Credits:
Istock 1325474118 – autore: Welcomia
Shutterstock 1617480169 – autore: olrat

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