Incentivi per le biomasse? “Blocchiamoli…”

L’industria dei pannelli di legno europea si ferma oggi per due ore per protesta contro il ”furto” della propria materia prima, il truciolato, che va letteralmente ”in fumo” perchè utilizzata dalle centrali a biomasse. Da’ voce al settore il friulano Giovanni Fantoni, presidente dell’omonimo gruppo del legno, che gestisce stabilimenti di produzione di pannelli a Osoppo (Udine), Avellino, in Slovenia e Serbia, con 850 addetti e una produzione di 1,5 milioni di metri cubi di pannelli all’anno. ”Da alcuni anni – ha detto Fantoni, interpellato dall’ANSA – c’é una forte pressione sull’acquisto del legno da parte delle centrali a biomasse. Sulla base di un’interpretazione estensiva della legge, si approvvigionano di legno vergine, che viene triturato e portato in combustione in caldaia. Questa energia, che viene prodotta da quella che per noi è materia prima, è fortemente incentivata attraverso i meccanismi dei certificati verdi, studiati – ha ricordato Fantoni – per sostenere la produzione di energie rinnovabili”. Continua a leggere

Negli USA il futuro è delle biomasse “sostenibili”

L’enorme potenziale dell’energia da biomasse negli Stati Uniti si può concretizzare, proteggendo l’ambiente e creando posti di lavoro. Ma serve un cambiamento nelle politiche federali: quelle attuali hanno dato vita a una prima generazione di biocombustibili non sostenibile. Lo sostiene il rapporto “Growing a Green Energy Future: A primer and Vision for Sustainable Biomass Energy”, elaborato dalla National Wildlife Federation. Già oggi negli Stati Uniti le biomasse – soprattutto scarti di legname delle cartiere e falegnamerie – producono 15 volte l’energia generata dall’eolico e dal solare sommati, e le potenzialità future sono ancora maggiori. Continua a leggere

Le auto del futuro? Andranno ad alghe

Questa sembra essere la promessa. Le alghe potrebbero diventare il carburante per le nostre macchine. L’idea si basa sul funzionamento di questi micro-organismi che si nutrono di anidride carbonica, prodotta nell’atmosfera dalla combustione dei carburanti fossili. Inoltre non necessitano di ampi terreni per essere prodotti. E’ questo infatti il principale problema delle coltivazioni alternative come il biodisel da colza, mais, girasole, soia, jatropha ecc. E in un mondo in cui centinaia di persone muoiono di fame, coltivare e poi bruciare cibo o usare immensi terreni fertili per ottenere carburante è proprio anacronistico. Niente spazi a perdita d’occhio per crescere le alghe, invece. A loro per vivere basta luce e poco altro. Promette bene… o no? Continua a leggere