Ebbene sì, la rosa più blu che esiste attualmente è… viola! Ma tra tutte, la rosa ‘Rhapsody in Blue’ che vi proponiamo per questa puntata di Rose Perfette, la rubrica di Fiori&Foglie con l’esperta Elisabetta Pozzetti, è quella che più si avvicina al sogno proibito: non a caso nel linguaggio dei fiori di epoca vittoriana la rosa blu significava il raggiungimento dell’impossibile, e forse è questo ciò che maggiormente affascina l’uomo in questa sua ricerca. Lasciamo dunque l’arduo compito all’ingegneria genetica, che per ora ha prodotto al massimo la rosa ‘Suntory’ – che blu ancora non è, dimentichiamo le rose bianche del fiorista a bagno nel colorante blu con risultati inquietanti, e immergiamoci nel mondo delle molte varietà dai colori magenta, lilla, lavanda, malva, violaceo con una testimonial floreale d’eccezione, la rosa ‘Rhapsody in Blue’, che al colore insolito unisce (cosa rara) molti altri pregi interessanti: intrigati? Seguiteci!
Ottenuta da un giardiniere dilettante, Frank Cowlishaw, alla fine del secolo scorso ma apparsa in commercio solo dopo il 2000, ‘Rhapsody in Blue’ è la rosa il cui colore più si avvicina al blu. Il colore dei suoi petali è completamente diverso da quelle delle varietà che l’hanno preceduta nella lunga scia della ricerca della rosa blu: è viola prugna brillante con sfumature bluastre che, con il passare del tempo, si attenua nei toni del lilla opaco (o, come dicono gli Americani, blu ardesia), creando un bel contrasto con gli stami giallo oro, molto prominenti. Sulla pagina inferiore i petali sono più chiari, rendendo le corolle cromaticamente più leggere, mentre su quella superiore a volte presentano piccole screziature bianche. Un mix di stile contemporaneo e romantico che si intona perfettamente al brano musicale di George Gershwin da cui la rosa ha preso il nome.
PREGI: PERCHE’ COMPRARLA
Non è solo il colore, tuttavia, il motivo di tanto successo: i fiori della rosa ‘Rhapsody in Blue’ sono piuttosto grandi, circa 6 cm, semidoppi, prodotti in ampi grappoli (che in alcuni momenti della fioritura coprono quasi interamente la pianta) che non si aprono contemporaneamente, così ogni mazzetto porta corolle con sfumature diverse, in un gradevole effetto di chiaro scuro, incorniciato dal bel fogliame verde chiaro. La maggior parte delle rose nelle tonalità violacee è profumata e anche la nostra non è da meno, con una fragranza che definirei dolcemente speziata.
Questa rosa originale e sorprendente, al contrario di molte varietà di queste tonalità, è anche generosa: rifiorisce a ondate da giugno a settembre inoltrato, e anche oltre, dove le temperature sono più alte. È un arbusto sano, alto, anche 2 metri, folto, con il classico portamento di cespuglio eretto, che può anche essere coltivato come un piccolo rampicante contro un muro, con l’accortezza di collocarlo in una zona che lo ripari dal sole più forte, che potrebbe far sfumare velocemente le sue corolle verso il lilla, se non addirittura arrivare a ‘bruciare’ i margini dei petali. Come tutte le rose, preferisce un terreno fertile, leggermente umido ma ben drenato, evitando un luogo in cui sono state precedentemente coltivate rose. Una cosa è certa: attira l’attenzione ovunque ovunque venga coltivata, non per niente questa varietà ha ottenuto l’AGM (Award of Garden Merit).
ROSA ‘RHAPSODY IN BLUE’, COME CURARLA
Non richiede grandi potature: alla fine dell’inverno si possono accorciare i getti più vigorosi e ‘rimettere in riga’ quelli disordinati. Ogni tanto è necessario rimuovere i vecchi rami, che hanno fiorito per più anni, per incoraggiare l’emissione di nuovi getti che fioriranno durante l’estate. Per incoraggiare più fioriture è bene rimuovere i fiori appassiti.