In questi giorni si è svolta al Roseto della Villa Reale un evento atteso con trepidazione dagli addetti ai lavori. Poco noto invece ai più. Sto parlando del Concorso internazionale della Rosa di Monza. Fiori&Foglie c’era.
24 rosaisti di 9 paesi hanno proposto 64 nuove varietà di rosa. I premi in ballo al Concorso erano ambiti: la rosa più bella del 2009 (una varietà per ogni categoria in gara) e la rosa più profumata, oltre alla menzione per la rosa preferita dai giornalisti e per quella più votata dai visitatori del roseto. Di tutti però è il premio per il profumo il più intrigante. Per giudicare gli aromi delle rose in concorso è stato chiamato un “naso” francese, Philippe Sauvegrain, profumiere della Firmenich di Ginevra. Selezione e premiazione del concorso avvengono unitamente nello spazio di un unico giorno. Semplice, direte voi 😉 E invece no!
Venerdì è stata una giornata caldissima e questo non ha certo reso le cose più facili alle rose in gara. Le varietà infatti devono mostrarsi al loro meglio di fronte allo sguardo critico della giuria, nonostante tutto.
In questa competizione infatti non viene giudicata solo la bellezza del fiore. Fondamentale è l’osservazione delle foglie, per capire se si tratta di piante sane, del portamento degli esemplari che deve essere in linea con la tipologia di rosa (arbustiva, rampicante, groundcover, tappezzante ecc.) e dello sviluppo del fiore, che deve presentarsi perfetto in ogni “fase” della sua maturazione. Non si tratta dunque di una valutazione meramente estetica ma di ben altro. E questo dà un grande valore al premio, che influenzerà la scelta commerciale del rosaista. Stiamo infatti parlando di piante che in genere non sono ancora sul mercato: anzi, non hanno neanche un nome ma solo un codice. Ma bando alle ciance, il momento della premiazione si avvicina.
I giudici passeggiano tra le aiuole del roseto dedicate al concorso di quest’anno. Bassi mormorii e concentrazione si sentono nell’aria. Piccoli cappannelli si formano di fronte agli esemplari in mostra. Il sole arde e il roseto si presenta in grande spolvero, ovunque è un tripudio di corolle di tutte le forme e i colori. Un pensiero con la penna a mezz’aria e poi il numero, scritto con calma sulla scheda di valutazione.
Arrivano i risultati. Ecco l’elenco delle rose vincitrici (vedi la fotogallery), divise per categorie di appartenenza.
Per la categoria Floribundevince‘MEIlacneis’ di Meilland, ibridatore francese (nella foto a sinistra). Colpiva subito rispetto alle altre in gara. Con quel rosso cangiante in magenta di un grande fiore a corolla semplice, la pianta si presentava al pieno delle sue possibilità, interamente fiorita, senza una piega al sole! Splendida anche la seconda classificata, sempre della stessa categoria, ‘RT 03078’ del tedesco Tantau, più intensamente bicolore dalla corolla a doppio giro di petali di un’allegria senza pari. Un tocco di romanticismo per la terza premiata, ‘MEIlompias’ sempre di Meilland: il fiore, di un rosa tenero, mostra una forma particolare, quasi a coppa che però maturando si appiattisce a piattino. Davvero una delizia.
Della categoria Ibridi di HT vince una rosa dalla forma che va tanto di moda da qualche tempo (foto a destra). I petali di ‘MEIlaloya’ sono sfrangiati come quelli di un garofano, decisamente diversi dalla classica rosa da taglio. Anche questa è una creazione di Meilland: la casa francese ha davvero fatto il pieno di premi quest’anno. Anche l’Italia però deve essere fiera dei suoi successi. La più bella rosa italiana infatti è il risultato della fatica di un giovane ibridatore della provincia di Padova, Davide Dalla Libera. Considerando la scarsità di creatori di nuove rose del Bel Paese salutiamo con gioia questo nuovo astro nascente, che si classifica con la sua ‘Miss Angela’ in un concorso tra i più prestigiosi. Un altro italiano, Barni, si aggiudica il premio del pubblico con ‘Chicca’.
Della categoria che riunisce arbustive, grundcover e rampicanti, simpatica la terza premiata, ‘Grand-Duc Jean’. Viene dal Belgio, precisamente dalle mani della casa di Louis Lens ed esibisce un freschissimo fucsia con occhio bianco che parla di vacanze e di estate. Meravigliosa la rosa scelta dai giornalisti e non lo dico per piaggeria: ‘Apache’ ha un rosso che ti si imprime (eeheh!) nella mente. E’ di Kordes, casa tedesca famosa per la salute delle sue rose.
Infine una menzione speciale per la rosa profumata, una creazione ancora senza nome di Delbard, un altro francese. In sè la pianta non mi ha molto colpito ma nell’annusarla subito dopo la premiazione ho ritrovato, nonostante il mio olfatto elementare, alcune note che così descrive Monsieur Sauvegrain: “(Un aroma di) partenza che ricorda il Sud d’Italia, con una nota agrumata bergamotto e un cuore di rosa, accompagnato da note fruttate pera, fragola e pompelmo”. La rosa a prova di naso è al roseto. Potete provare per credere!