E’ una novità che si comincia a vedere in giro proprio in questi giorni. L’ecobox è un essiccatore casalingo per l’umido: in pratica “asciuga” i rifiuti di cucina e li trasforma in una polvere sottile. E l’idea, se funziona, è di quelle veramente buone. Nulla infatti vieta, se nella macchinetta vengono introdotti solo scarti organici, di usare quella polvere come concime per le nostre piante… Curiosi? Ecco tutta la storia.
Uno dei problemi più sgradevoli della cucina casalinga è la gestione del rifiuto “morbido”. Fa cattivo odore d’inverno ma soprattutto d’estate, il sacchetto può perdere liquidi o attirare insetti e quindi va buttato spesso: insomma, non è il massimo della vita. In realtà esiste già un’alternativa, il tritarifiuti, che però non sempre può essere utilizzato per via degli scarichi condominiali. Come fare dunque in questi casi?
Sul mercato è stato appena lanciato un nuovo congegno. Si tratta di un elettrodomestico grosso più o meno come una friggitrice, da collegare sotto al lavello, esattamente come un tritarifiuti. Lui però, invece di triturare semplicemente gli scarti freschi e spedirli lungo il tubo di scarico, li essicca e li polverizza, riducendo dell’80% il loro volume senza grandi consumi elettrici.
Tasti dolenti: la macchina ci mette parecchie ore a fare questa operazione e la capienza, almeno nel modello pubblicizzato dal produttore, la Coway, è piuttosto limitata: 2 litri in totale. Non va dunque bene per una famiglia molto numerosa ma per una coppia sì. E a prima vista sembra una strada fruttuosa per ridurre di parecchio il problema dello smaltimento dei rifiuti a monte, già a livello delle singole case. Se dimostrerà di funzionare (se la provate, diteci la vostra opinione!), e il mercato premierà l’idea, entreranno in circolazione di sicuro modelli più efficienti.