Fiori e Foglie

Riscaldare a legna fa bene al portafoglio. E all’ambiente?

Freddo, neve, Natale ed è tempo di caminetti e stufe. Difficile resistere ad una bella serata passata di fronte ad un caldo focolare riscaldato a legna, ben più romantico di qualunque calorifero… Del resto il focolare è il simbolo stesso del calore della casa e della famiglia.  Fare il fuoco è un’arte antichissima, e può dare un piacere enorme creare in modo così naturale un angolo di calore e luce nella stagione in cui la natura è avara di entrambi. Ma il pensiero corre subito alla questione energetica. Insomma, un bel caminetto quali pro e contro può offrire a chi vuole farne uso durante la stagione fredda? Abbiamo chiesto un parere al nostro esperto, l’ingegner Ballarini, per chiarire la questione. Ecco vantaggi e svantaggi in una valutazione che guarda sia alla tasca che all’ambiente.

I CONTRO
Dunque, partiamo subito dalle “dolenti note”, guardando principalmente alla compatibilità ambientale. E diciamolo subito: stufe, focolari, inserti, per non parlare di caminetti aperti, producono grandi quantità del famigerato PM10. In altre parole fanno fumo. Il PM10 è nocivo, questo è il motivo per cui ad esempio la regione Lombardia ha promulgato normative restrittive sull’uso del riscaldamento a legna, che comunque non precludono l’utilizzo di impianti con buon rendimento. Sono in ogni caso raccomandabili apparecchi che garantiscano una buona combustione: che non significa necessariamente i piu’ costosi (di solito il prezzo è più legato all’aspetto estetico). Anzi, essendo più efficienti, fanno risparmiare combustibile.

I PRO
Diamo un’occhiata ai “pro”: il riscaldamento a legna o a biomassa libera la stessa CO2 che le piante da cui sono stati prodotti avevano estratto dall’atmosfera. In altre parole riscaldarsi a legna non produce gas serra: il bilancio di tutto il ciclo è in pareggio. Anzi, in un certo senso si tratta di gran lunga della forma più utilizzata di energia solare. Le piante durante la bella stagione assorbono la luce del sole e la trasformano in energia chimica sotto forma di cellulosa, olii e zuccheri, ovvero in combustibili che noi possiamo utilizzare quando ce n’è bisogno. Entro certi limiti è uno dei modi di riscaldarsi più naturale e più sostenibile. Meno sostenibile nelle aree densamente urbanizzate, dove lo smog è tanto o dove il territorio non è in grado di produrre biomassa sufficiente.

IL RISPARMIO
Ora analizziamo la questione economica. Per alimentare caminetti e stufe infatti, i combustibili disponibili sono almeno di 3 tipi: legna, pellet e tronchetti. Quale di loro ci assicura un maggior risparmio? E riscaldarsi a legna conviene davvero? Il risparmio in effetti dipende tantissimo dal prezzo del combustibile.  Naturalmente in montagna o collina è facile acquistare legna da ardere già spaccata e stagionata per meno di metà del prezzo a cui potete trovarla nei negozi e magazzini di città. A prezzi “di montagna” e bruciata in stufe, inserti o focolari chiusi ad alto rendimento, la legna è di gran lunga il modo di riscaldarsi meno costoso, almeno tra quelli più diffusi.  Rispetto a gasolio e metano si può risparmiare veramente tanto.

IL COMBUSTIBILE
Il pellet e i tronchetti
di segatura pressata hanno dei costi più alti, ma hanno anche una densità di energia maggiore della legna normale.   Quindi nelle aree urbanizzate, dove lo spazio per stoccare legna è poco, possono convenire. Il pellet ha poi il grosso vantaggio di essere bruciato, appunto, nelle stufe a pellet, che sono automatiche, la carica dura per giorni e grazie ad un termostato regolano la combustione in base alla temperatura ambiente.  Quindi sprecano meno combustibile e richiedono meno lavoro. In ogni caso, salvo rare occasioni o per cucinare, è da evitare il classico camino aperto, che ha rendimenti bassissimi e una pessima (e quindi inquinante) combustione.

Attenzione all’istallazione. Per la canna fumaria occorre rivolgersi ad un fumista: occhio in particolare ad evitare un qualunque artigiano che si fa pagare per il servizio. E’ importante che sia un tecnico specializzato che abbia molta esperienza e referenze specifiche nel settore delle canne fumarie: non sarebbe la prima volta che una leggerezza simile costasse poi un patrimonio in termini di danni alla casa. Esistono delle normative ben precise sulle canne fumarie, sulla prevenzione di incendi e dello sviluppo del velenosissimo ossido di carbonio,  così come sull’ottenimento di un buon tiraggio. Non è un’operazione alla portata del fai-da-te.

CONCLUSIONI
Se potete accedere a legna a buon prezzo, potete risparmiare tantissimo con una stufa o un inserto ad alto rendimento. Certo, richiede lavoro, che però può anche essere un piacere. Se invece l’impegno vi spaventa, dovete disporre di un sistema di riscaldamento alternativo. Il pellet invece è più adatto ad essere l’unico impianto di riscaldamento della casa, in quanto richiede meno lavoro e meno presenza. Però anche il risparmio è minore. Per una comparazione dei costi, e tenendo bene a mente la variabilità dei prezzi dei combustibili nelle varie zone, utilissima la pagina dedicata del Centro Tutela Consumatori Utenti dell’Alto Adige.
Un caldo inverno a tutti 🙂

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