I mesi di gennaio e febbraio ci parlano dell’arrivo della bella stagione. E chi è previdente comincia a valutare proprio adesso l’acquisto di un condizionatore per l’estate. Tra tante voci contrarie, Fiori&Foglie si schiera a favore di questo acquisto, considerando però di cercare un prodotto che combini la funzione estiva con quella invernale, ovvero sia dotato della cosiddetta “pompa di calore”. Ci siamo domandati infatti se questa scelta va incontro anche all’ambiente, oltre che alla tasca. L’abbiamo chiesto al nostro esperto, l’Ing. Ballarini. Ecco il suo parere sulla questione.
Ing. Ballarini, a cosa servono i condizionatori dotati di pompa di calore?
Le pompe di calore sono capaci di fare una specie di magia: moltiplicano i kilowattora: questo perché, come dice il nome, li estraggono dall’ambiente esterno e li “pompano” a temperatura piu’ alta nelle nostre case.
Sono apparecchi efficienti?
Ormai gli apparecchi più moderni possono avere dei rendimenti COP spettacolari, anche superiori a 5.
Che cosa significa?
Significa che in pratica scaldano approssimativamente 5 volte di più di una stufetta elettrica o un termoventilatore, a parità di consumi.
Per capire meglio, può farci un paragone con il metano?
Possiamo fare un veloce “conticino della serva”, valutando sia i costi per l’ambiente che per il portafoglio. Ipotizziamo di avere una data quantità di metano per un totale di 1 kwh di energia chimica. Se lo bruciamo in una caldaia tradizionale, otteniamo circa 0.8-1 kwh di energia termica direttamente utilizzabile per la casa. Se lo stesso metano viene bruciato in una centrale elettrica di ultima generazione a ciclo combinato (in Italia gran parte dell’elettricità viene prodotta da metano) possiamo produrre poco più di 0.5 kwh elettrici. Questi utilizzati nel nostro split domestico possono fornire fino a 2.5 kwh termici.
Quindi con la stessa quantità di metano, con la pompa di calore scaldo più del doppio? Ma che impatto ha sull’ambiente questa scelta?
Scaldando più del doppio, di conseguenza produco la metà dei gas serra. Insomma, dispersioni a parte, sembra che riscaldare con lo split sia un buon affare anche per l’ambiente e per la nostra dipendenza da combustibili fossili. Soprattutto quando l’elettricità è fornita da fonti rinnovabili.
Ma l’elettricità non è un tipo di energia piuttosto costosa?
In Italia l’elettricità non è a buon mercato e dipende molto dal tipo di contratto che si ha con la società fornitrice. Nonostante questo, con degli split con rendimenti così alti, anche pagare all’Enel il kwh sui 25centesimi (facendo una stima prudenziale) significa pagare il kwh termico 5-6cent. Che è un ottimo prezzo paragonato ad altri tipi di riscaldamento.
Installare un condizionatore richiede grossi lavori di muratura?
No, una pompa di calore si può installare facilmente senza opere murarie e considerato che la usiamo anche d’estate, svolge un doppio servizio. Attenzione però: un limite delle pompe di calore per riscaldare è la temperatura esterna. Quando è troppo bassa, il rendimento diminuisce, soprattutto con temperature minime.
Qual è dunque la sua conclusione?
In sintesi: non consiglierei di basare il riscaldamento della casa solo su “split” commerciali, ma utilizzarli anche massicciamente come impianto aggiuntivo non danneggia né il portafoglio né l’ambiente, può anzi essere più conveniente che alzare la temperatura dell’impianto tradizionale o estenderlo. Questo è ancora più vero se abitiamo nelle regioni meno fredde. Nel caso invece in cui vogliamo sostituire completamente l’impianto domestico con una pompa di calore adatta (quindi non gli split, parliamo di soluzioni più impegnative) ci sono anche delle agevolazioni fiscali.
Per maggiori approfondimenti ecco del materiale in Rete molto utile:
Il sito di www.ariabox.it
L’articolo di www.qualetariffa.it sul costo dei kilowattora
La scheda su wikipedia sulla produzione di energia elettrica in Italia