Lavande, lavande lavande: questi fortissimi caldi gridano il nome di una delle piante più amate, che affascina per il forte profumo unito allo splendido colore blu-viola (ma anche rosa, bianco…) del suo fiore. Abbiamo chiesto a dei veri esperti di parlarci di lavanda: il vivaio Il Lavandeto di Assisi infatti ne coltiva moltissime, in pieno campo e in vaso, e Lorena, l’appassionata proprietaria, ci ha raccontato tutto quello che bisogna sapere per coltivarla con successo, anche sul terrazzo in città.
Trovarsi in mezzo ad un campo di lavanda in fiore è un’esperienza che prima o poi nella vita bisogna fare. Il pensiero corre subito alla Provenza ma il Lavandeto offre questa possibilità in Italia, a due passi da Assisi, tra maggio, giugno e l’inizio di luglio. E merita davvero una visita. Ma approfondiamo la nostra conoscenza di questa meravigliosa pianta aromatica. In primis va detto che la lavanda è una pianta perenne, dura dunque vari anni. E il sole è proprio il suo elemento, non c’è che dire: a partire dalla primavera per arrivare all’autunno (e anche oltre, dove il tempo è mite!), le lavande, a seconda di specie e varietà, offrono la loro lunghissima splendida fioritura. Le specie più compatte poi sono tra le piante ideali da tenere in vaso, viste le ridotte esigenze idriche e l’abbondanza dei loro splendidi fiori.
Ecco, io direi di lasciar perdere proprio quelle che si trovano in vendita più comunemente (in genere si tratta di varietà di lavandula intermedia, spesso confusa con l’angustifolia, scelte perché crescono in fretta) nei vivai. Richiedono grandi fioriere e molto spazio, e che sono molto più belle in terra che in vaso. Meglio indirizzarsi su quelle più compatte e con fioriture più appariscenti ma anche lì, bisogna sapere scegliere. Sì, perchè ci sono tantissimi colori di lavanda: viola, blu, rosa, bianca, azzurra ecc., con diversi periodi di fioritura. Io comunque, a chi ama la lavanda, consiglio di abbinare più varietà, così avrà una fioritura scalare e un gradevole profumo a lungo, evitando una massiccia presenza di api. Se invece si vogliono attirare le farfalle, le migliori lavande sono le varietà di angustifolia a causa della loro fioritura anticipata.
Daniela, io consiglio di provare la lavandula lanata, per la compattezza e il bellissimo fogliame argentato-bianco. Le spighe di fiori sono blu-viola intenso e la pianta è estremamente decorativa anche senza fiori, che peraltro produce per tutta la stagione calda fino all’autunno. Ci sono alcune selezioni di questa specie, con vari nomi (es. lavandula lanata ‘ Richard Gray’), ma io sinceramente non ho notato una gran differenza. Tra l’altro ho verificato che la lanata resiste molto bene al freddo e qui, nei campi del Lavandeto, arriviamo anche a – 6°, -8 gradi. Una lavanda adatta anche alle balconiere è la ‘Lady’, che stiamo valutando in campo e sembra promettere grandi cose: una taglia molto contenuta, con una fioritura veramente esplosiva su fogliame grigio-verde. Diciamo che la coltivazione della lavanda in vaso è possibile per moltissime varietà ed è molto semplice ma bisogna evitare sia la carenza che i ristagni d’acqua: io consiglio in estate di annaffiare anche tutti i giorni ma di non tenere mai acqua nel sottovaso.
Una lanata dunque verrà a casa con me! Ci spieghi però il segreto per tenerle belle negli anni?
Beh, la cosa più importante per le lavande è la potatura. Di solito si consiglia di tagliare solo sulla nuova vegetazione, senza toccare il legno che la pianta crea con il tempo. Io ho verificato però che le le augustifolie possono essere potate anche più basse, perché ributtano da sotto. L’ideale, se la pianta è annosa e non si vogliono correre rischi, è potarla leggermente e poi stare a guardare: se i rametti iniziano a creare nuovi germogli da sotto, si può tagliare più basso, altrimenti si lascia così. La lanata, per esempio, si può addirittura solo ripulire senza potare, operazione che spesso mette a disagio le persone che non fanno questo mestiere.
In generale io consiglio di usare una regola molto semplice: quando la pianta comincia a diventare brutta e disordinata, allora la si rimette in forma con le cesoie. Di solito si dà una leggera riordinata tagliando il secco alla fine dell’inverno nel caso di caduta di neve, che può spezzarne i rami. Se invece la pianta è in forma, la si lascia fiorire tranquillamente e la si può potare dopo, a fine estate. Una messa in forma quando serve comunque non le fa mai male, basta non esagerare.
Le lavande fioriscono tutte per tutta l’estate?
Le lavandule stoechas fioriscono solo a primavera mentre la maggior parte fiorisce da maggio a settembre. Una delle più fiorifere è la lavanda dentata (a cui però piace poco il freddo, anche se si adatta abbastanza, a differenza di altre specie che al nord purtroppo muoiono senza scampo come la splendida lavandula x christiana, a spighe alte).
Sì, infatti. C’è una grande richiesta in questa zona di fiori di lavanda, sia freschi che essicati (da secca è strepitosa anche la salvia plumosa), anche per i matrimoni ad Assisi. Stiamo creando un giardino molto speciale vicino ai campi: adesso è ancora giovane ma presto ci permetterà di invitare le persone ad ammirare tutte le nostre varietà, specialmente di lavanda, ma anche delle altre belle aromatiche che coltiviamo, ambientate in uno spazio “domestico”. Così si vedranno precisamente pregi e difetti e tutte le tonalità di colore della lavanda saranno in bella mostra.
Una curiosità: anche voi coltivate la varietà di lavanda che si pianta in Provenza?
Sì, anche noi abbiamo la ‘Grosso’, che usano i francesi per l’estrazione dell’olio essenziale. Ma, dal punto di vista ornamentale, ce ne sono molte altre che la superano. Per esempio noi ci troviamo molto bene con l’angustifolia ‘Folgate’ (bellissime spighe bluette, molto rifiorente, splendida anche secca!) oppure con l’intermedia ‘Julien’. C’è anche da dire una cosa importante: ci sono moltissime varietà e specie di lavande ma non tutte si adattano in modo ideale al nostro terreno e clima. Occorre un periodo per farle acclimatare: osservarle e “testarle” ci dà modo di decidere poi quali vale la pena coltivare. E in questo modo possiamo fornire a chi viene a comprare da noi piante “certificate”, più robuste e forti. Sono già adattate al clima, al terreno e alle caratteristiche del nostro paese: un tipo di piante ben diverse da quelle che spesso si trovano nei garden rivenditori, appena arrivate dall’estero, che possono durare davvero poco.