Molto si è favoleggiato attorno al matrimonio di Chelsea Clinton. Ma a parte i mille lussi, ciò che più ci incuriosisce è il lato “floreale” di questo evento di grande portata mondana (foto AFP). E a cerimonia conclusa, andiamo dunque a scoprire qualcosa sugli allestimenti, iniziando col conoscere l’artefice delle decorazioni floreali. Considerato il livello della cerimonia, non era infatti impegno da poco quello di soddisfare le enormi aspettative “presidenziali”…
E l’artefice dell’allestimento per le nozze della figlia dei Clinton è stato Jeff Leatham, direttore artistico del Four Seasons Hotel George V di Parigi e autore di due libri, ‘Flowers by Jeff Leatham’ e ‘Flowers by design’, ma conosciuto soprattutto per aver creato composizioni floreali per molti nomi noti, da Madonna a Eva Longoria al Dalai Lama, solo per citarne alcuni.
Gli allestimenti di Leatham sono sempre molto scenografici, con una spiccata predilezione per composizioni monocromatiche.
I fiori invece provenivano da Winston Flowers, rinomato fioraio di Boston.
Il luogo scelto per la celebrazione del matrimonio era fiabesco: Astor Court, un palazzo replica del Grand Trianon di Versailles sulle rive del fiume Hudson (a Rhinebeck a due ore da New York), circondato da un parco da sogno.
Chelsea Clinton aveva espressamente richiesto che gli allestimenti floreali fossero “organic and natural“tali da sembrare parte integrante dello splendido scenario naturale e allo stesso tempo semplici ed eleganti.
Il gazebo di rami intrecciati, tralci e fiori sotto il quale gli sposi si sono scambiati le loro promesse, si inseriva perfettamente tra gli alberi, come fosse cresciuto lì spontaneamente.
Il bouquet della sposa era molto chic e sobrio: una semplice ‘palla’ monocromatica di gardenie e rose bianche mentre le boutonniéres degli uomini, compreso un emozionatissimo Bill Clinton, erano piccoli steli di profumate freesie bianche.
La cena e il ballo seguenti la cerimonia, alla quale partecipavano 400 invitati, si sono svolti sotto una struttura coperta appositamente allestita nel prato.
L’interno di questa enorme tenda era stato trasformato in un giardino delle meraviglie dove sbocciavano splendide composizioni di rose e hydrangee in una gamma di sfumature dal rosa all’azzurro al lavanda.
Un cenno al menu che, nonostante la sposa fosse vegetariana, comprendeva costate di manzo, provenienti da bestiame nutrito esclusivamente a foraggio e cresciuto in allevamenti locali, e che si è concluso con una spettacolare torta al cioccolato di undici piani, priva di glutine, per esigenze della sposa.