Appaiono d’estate, di solito. Sono i venditori del sud con i loro chioschi ambulanti, che portano piante e alberelli di agrumi qui in Pianura Padana. La merce si presenta bene (spesso benissimo!) e non costa molto, perché dunque non approfittarne? Ecco, il primo motivo è proprio la provenienza: una zona del Bel Paese favorita dal clima che, seppure molto caldo d’estate (ma Milano può diventarlo anche di più!), si mantiene mite d’inverno o, se anche raffredda, non mantiene temperature basse a lungo. Ben diverso da Milano e dintorni, insomma. E questo è valido ancora oggi, anche se il clima ci sta abituando a bizzarre impennate. Ma gli agrumi hanno un grande fascino: tra la fioritura profumatissima e i bellissimi frutti… E voi vi direte: “Ma che problema c’è, il limone lo ritiro in casa!” E qui arrivano i problemi…
Portandolo in casa, la sistemazione presenta altre criticità: seppure protetta dal gelo esterno, la pianta riceverà considerevolmente meno luce. Questo la renderà più debole e prona a parassiti e malattie funginee che, al caldo e con la poca circolazione d’aria tipica degli appartamenti di città, trovano il loro ambiente ideale. Di usare insetticidi e fitofarmaci non ne vorrete sapere, quindi meglio bio. Ma in casa i trattamenti non sono proprio agevolissimi ed quelli bio vanno ripetuti spesso… E dulcis in fundo, il “ragazzo” è destinato a crescere. Tenerlo piccolo con le cesoie, oltre ad un tot, non è proprio possibile, se non penalizzando pesantemente la pianta. Basta farsi un giro nel sud Italia per capire come diventa un albero di limone adulto…
Insomma, nel giro di qualche tempo avrete a che fare con vari scenari che, tranne particolarissime eccezioni, vi porteranno presto al disamore per il vostro agrume:
– pianta abbruttita o sofferente, poco fruttifera e poco decorativa
– onere di portarla in casa sempre, ogni santo inverno padano
– pianta sempre più grande, quindi sempre più ingombrante e pesante ogni anno che passa