Di fatto è così: la phalaenopsis è prepotentemente bella, non si discute. A causa del prezzo, a portata di tutte le tasche, e la vertiginosa diffusione anche nella grande distribuzione, è per il pubblico l’orchidea più accessibile. Normale che, data la richiesta, il mercato stia sviluppando prodotti che la mettano in risalto e ne amplifichino la bellezza dandole un posto d’onore nell’arredamento di interni, che è la destinazione più comune alle nostre latitudini. Peccato però che spessissimo le soluzioni proposte puntino appunto solo sull’estetica e non sulla sopravvivenza della pianta. Vendere una phalaeopsis interamente compressa dentro ad un vaso di vetro con perline di plastica (o addirittura con radici immerse nel gel o coperte interamente di sassi) non renderà facile a chi la compra mantenerla in vita. Perché se ben tenuta, la phalaenopsis è una pianta perenne: vive per molti anni e fiorisce regolarmente (anche due volte l’anno).
Prima di comprare una composizione dunque osservate con cura come è stata creata e mantenetela così come si presenta solo se soddisfa le condizioni di crescita della pianta. Deve infatti prevedere la possibilità di bagnare le radici facendo però scorrere via l’acqua, in modo che non rimangano a bagno. Se la sistemazione in cui l’orchidea si trova non rende facile tutto questo, deve almeno permettere di estrarre comodamente la pianta con il tutto il suo vasetto per poterla bagnare altrove. La phalaenopsis infatti non si annaffia dall’alto: va lasciata a bagno con tutto il suo vasetto di plastica per una mezz’ora e poi rimessa al suo posto dopo averla sgrondata, una volta alla settimana circa in estate, ogni due settimane in inverno. Se estrarla diventa farraginoso e complicato, probabilmente la pianta rischierà di essere spesso trascurata. Soffrirà di carenze idriche o, all’opposto, rischierà di marcire. Attenzione dunque che l’estetica vincente non si tramuti, per l’orchidea, in una “lussuosa” condanna!