Una donna-fiore, femminile e aggraziata, romantica e intrigante, eppure ‘tosta’ nel suo abito fiorito, perfetto passe-partout per portare i figli a scuola, presiedere al consiglio di amministrazione e cenare a lume di candela, è la risposta stilistica di Raffaella Curiel al tema di attualità che occupa la gran parte dei media da qualche settimana. ”Sono stanca della volgarità e dell’aggressività dei media del bunga bunga – si sfoga la couturier milanese – non c’è rispetto per noi italiane. Si parla solo di escort e di nipoti di Mubarak. Questa non è l’Italia. Il 90% di noi, è composto da donne che si alzano, si profumano, portano i bambini a scuola e lavorano sodo tutto il giorno.
Dopo lo sfogo, Lella Curiel, la couturier più amata dalle mogli dei politici di tutto l’arco parlamentare, per il suo stile sobrio, e per la raffinata eleganza dei suoi tailleur, i ‘curiellini’ , mostra sulle passerelle di Altaroma 2011 di questi giorni gli abiti della nuova collezione. Nati, racconta, pensando alle opere di Botticelli, di Alma Tadema e Sonia O’Keefe, mentre sfogliava il libro ‘Colori’ della giornalista veneziana Luciana Boccardi. La stilista ha immaginato le girandole di luce di giardini fioriti, di petali di campo e di serra. Una mondo colorato e impalpabile, tradotto in stampati floreali, tagli di corsetti e gonne a corolla, colli a ghirlanda. Nel giardino della Curiel ci sono le rose di Kelly e quelle mature di Irving Penn. I papaveri di Alma Tadema e le sfumature di Sonia O’Keefe.
La sposa veste un abito romantico in raso candido lucido con disegni di fiori delicati, in testa un velo trattenuto da corolla floreale di botticelliana memoria. Gli accessori più nuovi? I guanti al polso, anni Cinquanta.
Patrizia Vacalebri