Intendiamoci, quando la cosa è partita, ero entusiasta dell’idea: i sacchetti di plastica dopotutto sono il diavolo in persona. Inquinano, uccidono i delfini, i pesci se li mangiano e poi noi ci mangiamo i pesci… Insomma, via, finiamola. Ma ora, riflettendoci e verificando l’utilizzo del biosacchetto nella vita quotidiana, lo ammetto, mi sto un attimo ricredendo. Basta una spesa con qualcosa di un minimo appuntito o una busta un pò carica, per vedere i biosacchetti cedere senza riserve.
E se ne sono accorti in molti anche tra i commercianti, tanto che da qualche tempo gira l’allarme: in circolazione ci sono falsi biosacchetti. Secondo la denuncia di Quibio, non sono in realtà veramente biodegradabili: sono plastica con l’aggiunta di un additivo… Del resto i sacchetti di plastica duravano, almeno nella mia vita, tantissimo: li usavo decine di volte e alla fine finivano per contenere la plastica nella pattumiera, concludendo in bellezza l’onorato servizio.
Ora, i sacchetti per contenere la plastica li devo comprare apposta… E mi dimentico continuamente le buste in tessuto a casa o direttamente in macchina! E di sicuro costano di più. Non so, il guadagno alla fine, mi chiedo, c’è davvero? Per ora sto risolvendo comprando i sacchetti di carta e cercando di caricarli poco (e quindi ne uso il doppio…). Ma anche quella è una risorsa che non mi piace sprecare: gli alberi sono molto più preziosi del loro legno, sono vita. Magari è solo una questione di tarare meglio queso tipo di sacchetti: renderli più spessi e così più resistenti: ma la cosa potrebbe compromettere la loro biodegradabilità? E’ un bel dilemma. Insomma, voi come state affrontando la cosa? E cosa ne pensate?