Fiori e Foglie

Il Referendum sull’acqua: una riflessione

Da qualche tempo Fiori&Foglie ha una nuova amica: per ragioni di privacy la chiamaremo “Flora”. Da lei ci arrivano spesso anticipazioni su nuove specie e varietà di piante e fiori perché Flora lavora in ambito vivaistico. Conoscendo da vicino le problematiche di chi vive e lavora coltivando e vendendo piante, mi ha pregato di pubblicare una sua lettera aperta sul tema dell’acqua, che le sta molto a cuore e di cui si dibatte molto ultimamente. A breve ci sarà il Referendum e tutti saremo chiamati a dire la nostra quindi, come parte della riflessione sul problema, pubblico volentieri. E voi? Cosa ne pensate? Privatizzarla ha senso? Quali sono i pro e contro? Diteci la vostra!

Carissimi appassionati del verde, mi piacerebbe affrontare una riflessione circa un avvenimento che ci riguarda molto da vicino: l’acqua pubblica.  Chi si occupa di piante, sia a livello amatoriale sia professionale, sa benissimo quanto l’acqua sia un fattore fondamentale e irrinunciabile per la vita e la salute delle piante (e non solo). Da essa dipende la vita e la buona salute del nostro “prodotto”, ne serve molta e concentrata in particolari periodi dell’anno, ci si adopera per ottimizzarla e conservarla per le “emergenze” quando le condizioni climatiche non aiutano. Per chi ne ha fatto un mestiere è un costo aziendale fisso. Anche i nostri contadini lo sanno e nei secoli si sono sviluppate tecniche agronomiche per sfruttarla al meglio. E’ necessaria ad ogni forma di vita per cui è preziosa.

Per questo motivo già da tempo l’acqua da bene comune è diventata merce, a livello internazionale la scarsa accessibilità all’ acqua potabile crea tensioni e squilibri.

Ma oggi la questione ci riguarda da vicino, visto che il decreto Ronchi approvato nel 2009 prevede l’obbligo della messa a gara del servizio idrico e garantisce adeguata remunerazione del capitale investito alle aziende che la gestiscono. Questo a carico ovviamente degli utenti, e tutto entro la fine di quest’anno 2011, salvo che il referendum del 12 e 13 giugno lo impedisca.

Perché parlare di questo?

Perché ognuno di noi vive e lavora con l’acqua e va detto che in un periodo di difficoltà economiche soprattutto i piccoli produttori riceverebbero il colpo di grazia con l’innalzamento delle tariffe dell’acqua, pur cercando di non sprecarla.

E’ giusto investire in nuove tecnologie che evitino sprechi, in nuove tecniche produttive, in produzioni associate per contenere i costi… ma oltre alle idee servono anche fondi, e il vivaismo come l’agricoltura che non fa parte dei “grandi numeri” non ne dispone. E non è forse vero che gli appassionati di verde vanno a ricercare le varietà vegetali più rare proprio da quei produttori di nicchia che fanno il loro lavoro più per vocazione che per profitto? Non sono certo i grandi colossi!

Quanto costerà alla fine la privatizzazione dell’acqua ai consumatori finali, non solo sulla bolletta di casa ma soprattutto sui beni acquistati?

Come potranno adeguarsi i produttori del verde?

Vi risparmio gli approfondimenti legislativi che trovate sicuramente in Rete.
Nessuno per ora ci obbliga a privatizzare la gestione della rete idrica: non lo impone l’Europa, non è utile all’economia produttiva, non è vero che evita gli sprechi perché chi vende acqua ha tutto l’interesse che se ne consumi molta… che ne pensate? Forse è utile agli speculatori? Alle multinazionali dell’acqua? Informiamoci e soprattutto parliamone perche il referendum è vicino!

L’acqua è un bene comune essenziale che appartiene a tutti, un diritto umano universale. Va preservata e gestita con coscienza anche per le generazioni future! Tocca a noi cittadini decidere!

La nostra costituzione con l’art.43 lo ribadisce, riguardo ai servizi pubblici essenziali di interesse generale.

Flora

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