Sfugge infatti alla lettura ostica e noiosa, spesso iper-tecnica ed ermetica che si ritrova in questo genere di libri, a favore di un contatto più diretto con il lettore e della condivisione di esperienze di vita comune, anche là dove il giardinaggio è solo collaterale protagonista, come nelle ricette.
Diviso in 4 macrocapitoli secondo le stagioni, ognuno introdotto da una sintetica tabella con i lavori consigliati mese per mese, Le stagioni del maestro giardiniere vuole essere un volume di agevole formato da sfogliare al bisogno, più che una serie di istruzioni da assorbire tutte d’un fiato, alleggerito da un linguaggio semplificato e costellato di aneddoti utili a capire come ottenere ottimi risultati anche senza essere dei guru della botanica. Una boccata d’aria fresca insomma, rispetto ai libri-macigno che sembrano rivolgersi solo agli addetti ai lavori che, come tali, meno ne hanno bisogno.
Non pensate però che l’approccio friendly vada a scapito dell’accuratezza delle informazioni: al contrario, l’attenzione ai termini è scrupolosa senza però diventare pedante, e i punti più “dolorosi”, pur affrontati con la competenza garantita dalla duplice vasta esperienza degli autori, evitano tecnicismi inutili e “distanzianti”, che spesso contribuiscono solo ad allontanare il lettore. Utilissimi i paragrafi più pratici, come i giardini da visitare secondo la stagione o i nomi delle rose giuste da coltivare dove fa molto caldo e le indicazioni dedicate sì a chi ha il giardino o l’0rto, ma anche a chi dispone solo di balcone o terrazzo. Insomma, sapere qualcosa di piante avvantaggia di sicuro il lettore di Le stagioni del Maestro giardiniere: il libro però si fa capire anche da chi è meno preparato, ma ha l’entusiasmo e la curiosità di saperne di più.