Fiori e Foglie

Bring the Forest in the City: il futuro è adesso nelle città verdi e sostenibili

In occasione del Made Expo 2011 alla Fiera di Milano a Rho, nell’ambito della mostra AAA+A (Agricoltura Alimentazione Architettura), si è svolto venerdì 7 ottobre 2011 il convegno “Bring The Forest in The City“. Presenti tra i relatori architetti, paesaggisti e ricercatori che hanno presentato progetti e scenari tra i più innovativi del mondo del verde applicato alle città, alla progettazione e all’edilizia. Fiori&Foglie c’era: ecco qualche spunto interessante…

Luc Schuiten

I protagonisti relatori di Bring The Forest in The City sono persone che, anche tramite questo evento, ci aiutano a comprendere meglio un legame, quello tra le piante e l’uomo, che stiamo riscoprendo con fatica, spinti dalla ricerca della qualità della vita, urbana e non. Interessanti molti degli interventi che abbiamo seguito, che danno un’immagine di un mondo in continua evoluzione, fortemente teso verso una nuova visione dell’uomo e del suo modo di vivere, alla ricerca di un’armonia con l’ambiente che passa tramite una profonda comprensione e la “copia” dei suoi meccanismi (biomimesi). Un’identificazione al limite d’onirico sono gli affascinanti disegni presentati dall’Architetto belga Luc Schuiten, in cui i palazzi assomigliano a foglie o si costruiscono addirittura dentro agli alberi. Il messaggio di Schuiten è chiaro. Per sopravvivere al tempo, gli esseri umani non hanno scelta: devono creare città che diventino organismi viventi in grado di integrarsi totalmente con la natura.

Stefano Mancuso

Del resto Stefano Mancuso, direttore del LINV (International Laboratory of Plant Neurobiology), ci avverte: il 90% della massa vivente del nostro pianeta è costituito da piante. Se ci visitasse un alieno, non è detto che sceglierebbe di parlare con noi… Le piante celano segreti incredibili e inaspettati e si sta scoprendo che moltissimi dei luoghi comuni che le riguardano sono in realtà totalmente da rivedere. Studiando le caratteristiche delle radici, emerge il movimento di cui sono capaci, l’acuità dei loro sensi (molto più affinati e numerosi dei nostri), la loro capacità di adattarsi all’ambiente e di intrecciare vere e proprie “relazioni” non solo con i microorganismi del terreno, ma anche tra di loro. Imparare a conoscere il mondo vegetale ci fa capire quanto gli alberi sono importanti per la nostra stessa esistenza e quanto c’è da cambiare nel nostro atteggiamento verso quello che chiamiamo sbrigativamente “il verde”.

Francesco Ferrini, docente di arboricoltura urbana all’Università di Firenze, ci ricorda che le nostre città occupano il 2% della superficie terrestre, ma consumano il 75% delle risorse, e che nel 2050 ci vorranno due pianeti per soddisfare la nostra “fame” energetica. Gli americani l’hanno già capito e le loro megalopoli stanno diventando più sostenibili dei piccoli paesi grazie alle alberature stradali piantate con tecniche intelligenti, tetti verdi e ai “rain gardens” per assorbire le piogge. Hanno capito una cosa semplice: un albero è un investimento sicuro. Ogni euro investito per piantarlo a fine anno rende 1, 5-1,9 euro: nessun rischio e rendimento assicurato. Soprattutto usando sempreverdi, che assorbono le polveri sottili anche d’inverno, quando ce n’è più bisogno.

Juli Capella

Rincara la dose l’Architetto spagnolo Juli Capella, che ci mostra quanto sia semplice riportare il verde nelle città. Basta mettere sui tetti ciò che c’era per terra prima che si costruisse, ci dice: il tetto verde è bello ma soprattutto, con il suo isolamento, fa risparmiare energia e dunque soldi. Se i ristoranti hanno un orto, non devono comprare gli ortaggi che fanno chilometri di viaggio, non devono spostarsi, non inquinano. Le città, insomma, devono diventare sostenibili: è l’unica via percorribile e il convegno Bring the Forest in The City ce lo dice forte e chiaro, in tutte le lingue.

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