Fiori e Foglie

In futuro piante-bonsai, mini-pesci e animali nani

L’aumento delle temperature e il calo delle risorse idriche causato dal cambiamento climatico ha ridotto sensibilmente le dimensioni di piante ed animali. Le agenzie di stampa riportano che questo è quanto emerge da uno studio, condotto all’Università di Singapore da due biologi pubblicato su Nature Climate Change, confrontando le dimensioni dei fossili con quelle dei rispettivi organismi ancora oggi esistenti. In generale, dai microganismi ai predatori alla fine della catena alimentare, quasi il 45% degli esemplari odierni sono più piccoli dei loro progenitori fossili.

Effettuando i loro studi, i ricercatori David Bickf e Jennifer Sheridan sono giunti alla conclusione che questo rimpiccolimento può essere messo in relazione con i cambiamenti climatici, con la variabilità delle precipitazioni e l’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Tra i primi a farne le spese ci sono organismi molto semplici, come il fitoplancton, e poi coralli, rospi, tartarughe, fino a grandi mammiferi. Qualche dato: ogni aumento della temperatura di un grado celsius porta ad un rimpicciolimento tra il 3 e il 17% di nella vegetazione, inclusi i frutti e gli ortaggi. Lo stesso incremento porta ad una riduzione delle dimensioni tra lo 0,5 e il 5% nei mammiferi e del 22% nei pesci.

”La riduzione delle dimensioni degli organismi continuerà nel futuro e sarà più evidente nelle aree dove l’innalzamento delle temperature si abbinerà al calo delle precipitazioni”, spiegano i ricercatori. Il caldo, la ridotta disponibilità di acqua, gli incendi e l’impoverimento del suolo porteranno infatti a una riduzione della crescita delle piante e questo, di conseguenza, si rifletterà su tutta la catena alimentare. Nello studio si sottolinea però che ci sono anche delle specie animali che fanno eccezione e che stanno diventando più grandi: è il caso di alcuni mammiferi, uccelli e pesci che vivono a latitudini maggiori, dove l’aumento delle temperature ha prolungato la stagione in cui è più facile nutrirsi e accrescersi.

Bickford e Sheridan sostengono che il rimpiccolimento degli organismi diventerà un fenomeno sempre più importante nel futuro con conseguenze negative anche per l’alimentazione umana. A rischio non ci sono solo i raccolti ma anche i pesci, che oggi rappresentano la principale fonte di proteine per quasi un miliardo di persone nel mondo.

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