Dopo averla individuata nella regione di Cerrado, una zona simile alla savana nello stato brasiliano di Minas Gerais (area famosa per l’estrazione di stupende pietre dure), i ricercatori hanno subito ipotizzato che la pianta potesse essere carnivora: per verificare se l’ipotesi fosse plausibile, hanno testato se la pianta potesse digerire e assorbire sostanze nutritive dai piccoli vermi cilindrici, i nematodi, trovati intrappolati nelle sue foglie sotterranee appiccicose, una strategia di acquisizione mai descritta in precedenza. Per questo i ricercatori hanno messo alla prova la pianta, dandole in pasto nematodi precedentemente alimentati con una forma di azoto molto stabile, l’azoto 15. A conclusione dell’esperimento, le analisi condotte sulle foglie nuove prodotte dalla pianta dopo la ‘dieta’ a base di vermi trattati con l’azoto 15 contenevano quantità significative di questa sostanza, indicando che la pianta aveva digerito e assorbito i nematodi. Gli enzimi individuati poi nelle foglie di Philcoxia minensis dimostrano che la pianta possiede un’attività ‘digestiva’ simile a quelle delle altre piante carnivore perchè la pianta si è nutrita di loro direttamente, piuttosto che attendere che venissero attaccati da microrganismi.