I ricercatori hanno ricreato in laboratorio le condizioni presenti sulla Terra durante l’Ordoviciano, un periodo geologico concluso 444 milioni di anni fa e caratterizzato da una serie di glaciazioni minori. Per farlo hanno posto in un incubatore delle rocce e sopra vi hanno fatto crescere per tre mesi un muschio, Physcomitrella patens, che ha riprodotto in scala gli effetti sul clima scatenati dalla comparsa delle prime piante, tra cui c’erano anche gli antenati dei muschi moderni.
Dallo studio di questo modello in miniatura è emerso che le prime piante, per crescere, avrebbero estratto dalle rocce minerali utili come il calcio, il magnesio, il ferro e il fosforo, determinando un’erosione chimica della superficie terrestre. Questo processo avrebbe ridotto l’anidride carbonica atmosferica e avrebbe portato alla formazione di nuove rocce carbonatiche negli oceani, determinando un abbassamento della temperatura globale di quasi 5 gradi. Ma non solo: le piante avrebbero fatto aumentare la presenza di nutrienti come il fosforo negli oceani, aumentando la produttività di questi ecosistemi e quindi la deposizione di carbonio. Secondo i ricercatori, questo avrebbe provocato un ulteriore abbassamento della temperatura globale di due o tre gradi e avrebbe causato un’incredibile estinzione di massa degli animali marini.