Fiori e Foglie

Addio chimica, i parassiti di piante e fiori si “shakerano”

Al posto degli fitofarmaci chimici, hanno sottoposto piante d’uva a micro-vibrazioni artificiali per rendere più difficile la riproduzione tra gli insetti dannosi, così da disturbarne gli incontri sessuali. Dai, mi scuserete  ma quando ho trovato questa notizia sulle agenzie, mi sono messa a ridere da sola…  Ve la vedete la scena? “Scusa cara, mi sono distratto un attimo mentre cercavo dove tenermi…” 😀 In realtà l’insolita procedura, messa in atto in via sperimentale dai ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele, sembra aver dato risultati sorprendenti.  Lo studio, il primo in pieno campo a livello mondiale, è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PLOS One.

L’idea è indurre confusione sessuale negli insetti che parassitano le piante riducendo così il tasso di accoppiamenti e quindi la proliferazione degli sgraditi ospiti. Le micro-vibrazioni a cui sono stati sottoposti artificialmente i filari delle viti si sono dimostrate molto efficaci, impedendo l’accoppiamento di oltre il 90% delle coppie saggiate, a fronte di un tasso di insuccesso delle coppie di insetti usate come controllo, vale a dire non sottoposte a disturbo vibrazionale, intorno al 20%.

PARASSITI SHAKERATI…
E’ stata utilizzata come specie modello la cicalina della vite Scaphoideus titanus, che trasmette alle piante di uva una grave malattia, la Flavescenza dorata. Gli esperimenti sono stati fatti sia in tunnel con piante in vaso che su filari di piante di tre anni coltivate in pieno campo: le piante, allineate per un tratto di dieci metri, hanno subito le micro-vibrazioni grazie un mini-shaker applicato al filo di sostegno principale. Nei mesi di luglio e agosto, coppie di maschi e femmine degli insetti parassiti sono state rilasciate a piu’ riprese e mantenute ogni volta per 16 ore consecutive in gabbie contenenti le singole piante, nel caso del semicampo, oppure in manicotti inglobanti alcuni tralci delle piante di campo.

Il lavoro è stato svolto da Anna Eriksson, Gianfranco Anfora e Valerio Mazzoni del gruppo di ricerca di “Chimica Ecologica” del Centro ricerca e innovazione, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Pisa e del National Institute of Biology di Lubiana, con il supporto dell’azienda CBC di Milano.

Che si stia aprendo una nuova era (decisamente più movimentata) per la lotta biologica? 😀

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