Lo studio ha coinvolto 16mila donne attraverso questionari e interviste telefoniche in un arco di tempo di circa due anni. “Abbiamo fornito la prima prova epidemiologica che le bacche possono rallentare la progressione del declino cognitivo nelle anziane”, ha spiegato Elizabeth Devore, primo autore dello studio e ricercatrice al Brigham and Women Hospital. Le donne che hanno fatto registrare il più elevato consumo di bacche hanno mostrato la tendenza ad avere più alti livelli di attività fisica rispetto a coloro che invece hanno mostrato di mangiare un minor numero di frutti di bosco. Lo studio ha comunque preso in esame anche fattori come l’istruzione e il fumo.
“Questi risultati possono produrre delle implicazioni potenzialmente molto alte sulla salute pubblica”, ha concluso Devore, “l’assunzione di frutti di bosco, come mirtilli e fragole, rappresenta una modifica abbastanza semplice nella dieta media e quindi potrebbe costituire un test diffuso negli adulti più anziani al fine di verificare l’effettivo mantenimento di migliori performance cognitive”.