Erbe aromatiche, ma anche insalatina fresca e piccoli ortaggi, trovano posto nell’orto-balcone doppiamente “eco” – ecologico ed economico – concepito da Stefano Roman. Orto sì, ma non nei vasi, come ce lo aspetteremmo, ma nelle bottiglie: precisamente le tanichette trasparenti da 5 litri in cui si vende spesso il vino sfuso. Che, a seconda della loro funzione, diventano seminiere, compostiere, fioriere. Il progetto di Stefano Roman ha partecipato al Festival del Verde e del Paesaggio di Roma: visitando la manifestazione, mi ha decisamente colpito, così ho pensato di contattare Stefano per capire meglio i contenuti di quello che lui ha chiamato “Un diamante di balcone”. Ecco come funziona e cosa ci ha raccontato…
Il balcone di bottiglie pensato da Stefano risponde allo spirito dei tempi: i suoi cardini sono il riutilizzo di materiale di scarto e lo sfruttamento limitato delle risorse naturali come l’acqua, il tutto in spazi compressi, in ambiti urbani, e non specificamente strutturati per agevolare la crescita delle piante. Insomma, ci muoviamo nell’ambiente più ostile ai vegetali: i balconi di città!
Si parte dal riciclo con l’uso delle taniche di plastica da 5 litri, collocate in una struttura di metallo o di legno di risulta come si trattasse dei volumi di una libreria. Nel tempo cambieranno posizione a seconda della propria funzione. Ecco un sintetico schema di come dovrebbe funzionare il “ciclo” di coltivazione.
Partiamo dal basso: le taniche dello strato inferiore sono collegate ad un raccoglitore esterno di acqua piovana. L’acqua viene purificata grazie a ghiaino e piante acquatiche che si possono intravvedere sulla destra. Le taniche dello strato mediano sono state distese e ritagliate, in modo da trasformarle in seminiere. Riempite per buona metà di terriccio, ospitano semi che daranno vita alle plantule di erbe e ortaggi: sui tappi sono segnate accuratamente le specie seminate. Quando le piantine cominciano a toccare il piano superiore, le taniche-seminiere possono essere estratte e posizionate in superficie, dove gli ortaggi potranno crescere a volontà.
Una volta consumati gli ortaggi in casa, i resti possono essere introdotti in altre taniche che produrrano una sorta di micro-compost a due velocità, a seconda del tipo di rifiuto vegetale: le taniche con i materiali coriacei dovranno essere lasciate intatte per molti mesi, mentre i rifiuti più facilmente compostabili produrranno compost fresco nel giro di poco tempo. A quel punto il compost maturo potrà essere usato per coltivare i semi e il ciclo potrà ricominciare.
Stefano sta testando il suo sistema nel balcone di casa sua a Londra, quindi contiamo sul prossimo aggiornamento dei suoi esperimenti. Ad ogni modo, anche se ci sono sempre margini di miglioramento in tutte le cose, il progetto di Stefano è intrigante e cambia decisamente l’ottica del nostro angolo verde, rendendolo “intelligente” e, in qualche modo, più sostenibile. Qualcosa di molto utile in tempi di così grande instabilità ed emergenza come quelli che stiamo vivendo…