L’esercito avvenieristico avrà tra le sue truppe robot aerei, dei “droni” volanti a quattro eliche, indispensabili per le prime ricognizioni. Di forma circolare, sono dotati di GPS e di fotocamera. Il loro compito è di acquisire alcune informazioni di base, come ad esempio localizzare le aree in cui le malerbe sono più concentrate, per pianificare poi le azioni delle unità che operano sul suolo. A quel punto entreranno in azione tre tipologie di robot terrestri destinati ad operare in altrettanti scenari: il diserbo chimico del frumento, il diserbo non chimico del mais e la distribuzione di insetticidi su olivo. Invece del solito spargimento a pioggia però, l’intervento robotizzato metterà in atto interventi “mirati” ed efficienti.
“Stiamo lavorando alla realizzazione di un’operatrice autonoma per il controllo delle infestanti del mais in grado di operare trattamenti meccanici e termici (pirodiserbo)” – continua il professor Peruzzi . La “mission” della macchina sarà pianificata mediante un apposito software capace di elaborare sia i dati registrati dalle unità aeree sia le informazioni acquisite in base a “conoscenze pregresse” (esperienza dell’agricoltore, Database Gis, rilievi fotografici). Il robot sarà inoltre dotato di un proprio sistema di visione artificiale, costituito da una fotocamera e da un software dedicato per il rilevamento della fila della coltura per evitare di danneggiare le piante di mais.
Oltre all’Università di Pisa, collaborano al progetto Rhea altri 14 partner europei. “E’ un filone di ricerca – conclude Andrea Peruzzi – su cui, negli ultimi anni, sta puntando molto anche l’Unione Europea: macchine tecnologicamente avanzate per una gestione sostenibile dell’agroecosistema con l’obiettivo di ridurre sensibilmente l’impiego di agrofarmaci”.