In molte regioni italiane è entrata in vigore l’ordinanza comunale, valida fino a settembre, che impone ai cittadini di non usare, o usare meno, acqua potabile per utilizzi extra-domestici, pena multe corpose. Tra questo genere di utilizzi viene spesso citato il lavaggio delle auto, ma in realtà la prima voce a bilancio sono sicuramente i consumi idrici per annaffiare piante, fiori e prati durante i mesi di giugno, luglio e agosto. Considerati i super-caldi degni dei tropici che si stanno verificando nel Belpaese negli ultimi anni, sicuramente la quantità d’acqua necessaria per il verde non diminuisce, tutt’altro. Stiamo assistendo ad un aumento dei consumi idrici preoccupante. In effetti sarebbe auspicabile non usare acqua potabile per annaffiare, ma qual è l’alternativa?
VERDE: NON SOLO DECORATIVO
In questa estate impietosa, i giardini condominiali sono sempre più asciutti, e se le piante non vengono bagnate, rischiano di ingiallirsi e abbruttirsi, a danno dei condomini, che di solito pagano manutenzioni “salate”. E a parte il brutto spettacolo di vedere piante assetate e morenti ad ogni angolo, c’è da considerare che la presenza del verde, ormai lo sappiamo tutti, non è più una questione meramente estetica: le piante ripuliscono l’aria, forniscono ombra e contrastano il calore. Insomma rendono vivibili le nostre città di plastica e cemento. Tutte cose di cui non possiamo fare a meno. Lasciarle morire si tradurrebbe in un enorme danno: ci vuole tempo e cura per far crescere arbusti o alberi!
D’altra parte l’attenzione per l’ambiente e per le risorse porta a pensare che occorrerebbe individuare delle alternative all’acqua potabile. Il problema è che acqua di altro tipo rispetto a quella dell’acquedotto sembra perlomeno fuori dalla portata della maggior parte delle persone che vivono in città e dintorni. E non conosco condomini che abbiano un pozzo artesiano al loro interno, mentre sono veramente pochissimi quelli che possiedono cisterne di raccolta dell’acqua piovana… Applicare dunque questa ordinanza senza adoperare altre misure sembra estremamente complicato. C’è anche poi una riflessione che mi viene in mente: usando poca acqua, non faccio un “favore” a chi ne ha meno, es. Sicilia, perché l’acqua che risparmio non finisce certo nei rubinetti siciliani!
ORTI SENZ’ACQUA
Aggiungiamo che, con la progressiva diffusione dell’orto sul balcone, o comunque degli orti cittadini, condominiali, comunitari, si crea un ulteriore problema: per le verdure bisogna usare per forza acqua pulita e sana, visto che poi andrà a finire dentro ad alimenti che ci mangiamo…! Se poi valutiamo che gli sprechi idrici sono molto più presenti negli acquedotti non manutenuti che nei giardini, allora la questione diventa ancora più spinosa. E’ innegabile però che l’impiego dell’acqua potabile vada ripensato: il consumo infatti aumenterà di pari passo con la “tropicalizzazione” che si sta verificando nel nostro paese, imponendo la necessità di un cambiamento.