Lo chef Cracco l’ha scritto nel suo libro che il risotto zafferano e midollo è il piatto più figo (ma solo se usate lo scalogno al posto della cipolla!) quindi per lo zafferano, vien da pensare, ha sicuramente un debole. Sarà per questo che è stato proprio lo chef di grido ad acquistare in blocco i fiori di zafferano essicati per il suo ristorante prodotti dall’azienda agricola Serica di Chiara Orlandini di Caprino Bergamasco, esaurendone tutte le scorte. Sì, avete letto bene: fiori di zafferano, non stimmi o pistilli!
Non si tratta dunque di quei filamenti estratti dal fiore che tradizionalmente si usano per creare il tipico risotto alla milanese, quello a cui i preziosi e costosissimi pistilli donano un bel color giallo dorato. Si tratta invece proprio della corolla di Crocus sativus, lo stesso da cui i famosi pistilli provengono. E anche loro hanno la caratteristica di donare uno splendido colore: invece del giallo, i fiori del crucus sono di uno splendido violetto-blu. E c’è di buono che costano nettamente meno della spezia!
L’azienda agricola che li produce nella Bergamasca (ricordate che Fiori&Foglie aveva dato conto dell’ardita impresa) li essica ponendoli su grate vicino ad una stufa a legna e li propone come decorazioni e guarniture per piatti, trattandosi di fiori perfettamente commestibili. Una bella idea per rendere un prodotto vegetale già molto prezioso ancora più sfruttabile, creando qualcosa che si può utilizzare anche nelle cucine casalinghe per sorprendere ed estasiare ospiti ed amici. E perché no, potremmo anche provare a coltivare noi stessi il bulbo dello zafferano direttamente sul balcone per guadagnare un tocco floreale tra i fornelli di casa: ci trasformeremo così in veri chef dal pollice verde!