“Sempre la solita”, “Gia’ vista”, “Colori insulsi”… Oltre ai complimenti, nelle valutazioni delle rose che vengono premiate ogni anno al Concorso Internazionale della Rosa a Monza, a volte si sentono anche questi commenti da parte di chi ne sa un pochino di più dell’argomento. Ma quest’anno per la prima volta da quando Fiori&Foglie ha iniziato a seguire il Concorso, i premi attribuiti alle varietà in gara hanno sollevato fiera ribellione: una vivace contestazione da parte di una delle persone più preparate ed esperte sull’argomento, Tina Ponzellini, curatrice delle potature del Roseto “Niso Fumagalli” in cui si svolge il Concorso. Pietra dello scandalo il primo e il secondo premio come rosa da taglio (categoria HT) e il primo premio delle rose a mazzi – tutti premi vinti dai “soliti” francesi grazie agli ibridatori Michèle Richardier e Alain Meilland.
Persino il vincitore italiano del primo premio della categoria “Rampicanti”, Davide Dalla Libera, esprime delle forti perplessità sull’attribuzione dei premi, rivendicando una delle rose da lui presentate come sicuramente migliore della prima classificata nella categoria delle rose a mazzo (Floribunde), vinta sempre da una rossa, la ‘Bright Meilove’ di Alain Meilland. Anche questa non convince la Dott.ssa Ponzellini, che ne denuncia la statura troppo bassa, non conforme ai canoni richiesti da una rosa a mazzo. Sconfortata l’esperta, a caldo dopo la premiazione commenta, osservando le targhe: “Questi premi non rispettano i criteri sulle rose che abbiamo cercato di insegnare per anni”.
Serpeggia l’idea che possa esserci stato un errore nel conteggio dei voti della giuria, o quella permanente (che pesa per il 60% sulla votazione finale) o quella internazionale. Gli organizzatori decideranno forse di rivedere le attribuzioni ora che i premi sono stati già consegnati con tanto di targa?